Come si sta al mondo? Proviamo a leggere il vangelo di oggi alla luce di questa domanda.
Ci sono diversi modi di stare al mondo e di interpretare la vita.
Quella evangelica è una scelta di campo. Gesù manifesta il volto di Dio attraverso le parole e i gesti. E in tal modo indica un cammino di realizzazione del proprio essere immagine di Dio. E' un insieme di indicazioni (valori, criteri) che ciascuno può seguire, ma con la convinzione di dover compiere la fatica della concretizzazione grazie alla personale coscienza.
Il pastore bello e buono, Dio stesso, custodisce e guida le pecore. In che modo? Tre elementi.
Il primo. Le conosce una per una per nome. Dare il nome indica conoscenza e legame profondi. La realizzazione passa attraverso il mantenimento di questo legame intimo che include l'ascolto della voce che chiama.
Il secondo elemento è l'apertura. Il pastore bello e buono non si ferma a quanti lo circondano. Egli sente il desiderio incontenibile e instancabile di cercare gli altri e mantiene sempre una porta aperta perché nessuno si senta escluso, ma ciascuno possa trovare accoglienza e vivere relazioni realizzanti.
Il terzo. Il pastore bello e buono sceglie liberamente di donare la vita per le pecore. Egli depone la vita per proteggere e salvare. E' la differenza con chi, mercenario, si serve delle pecore per guadagnare ma, nel pericolo, salva se stesso.
Il tempo pasquale, in cui ancora ci troviamo, ricorda ancora una volta che donare la vita per gli altri, perderla per amore, spenderla per servire, è il vero modo per riprenderla, per ritrovarla nelle diverse resurrezioni-rinascite personali (e storiche) che culminano nella pienezza del compimento. La vita "eterna" è categoria della qualità. Non è soltanto promessa per il dopo-morte biologica, ma è già oggi, nella vita vissuta con la qualità dell'amore, vita qualitativamente bella, cioè buona e vera.
Questa grammatica della vita, dello stare al mondo, interroga il nostro qui e ora: l'autenticità delle nostre relazioni (conoscenza), l'accoglienza-inclusione (le altre pecore), il dono e servizio (dare la vita). C'è un elemento che attraversa l'insegnamento di Gesù: l'ascolto. Cosa ascoltiamo e come ascoltiamo? Quali voci ascoltiamo fra le molteplici possibile, amplificate o discrete? E qual è la modalità di ascolto? E' qui che si gioca la qualità della vita, fra voce che libera e voce che manipola e schiavizza, illude e delude. La proposta cristiana è ascoltare, nel cuore, la voce di colui che spende la vita per gli altri. Un ascolto trasformante in dono qui e ora, perché voce appassionata dell'amante che chiama l'amata, che esprime desiderio di unione, volontà di perdersi nell'altro per ritrovarsi e affermarsi. E' l'Amore! Il mistero di Dio stesso.
(25 aprile 2021 – quarta domenica di Pasqua)
Nunzio Marotti
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