Se contiamo le parole del brano evangelico di oggi, troviamo che “amici” ricorre tre volte, “amore” quattro e “amare” cinque. Tutto il movimento di parole converge verso la “gioia” (che ricorre due volte), il fine è la gioia dell'uomo: “Vi ho detto queste cose perché la mia gioia sia in voi e la vostra gioia sia piena”.
Per esperienza si può dire che la ri-scoperta della fede cristiana (che poi è dell'ordine della relazione e dell'incontro), sebbene caratterizzata da attrattiva e fascino, inizialmente sconcerta a causa delle esigenze evangeliche. In un cammino non superficiale, non tarda l'illuminazione-intuizione (non tanto intellettuale quanto esistenziale) della gioia. E' il momento dell'abbandono fiducioso a Colui che, più intimo di quanto ciascuno lo sia a se stesso, non può tradire la sua fedeltà alla promessa di una gioia piena offerta a chiunque voglia aprirsi all'amore. E il rapporto non è più fra padrone e servo, ma fra amici (“vi ho chiamato amici”).
Papa Francesco punta sul tema della “gioia”, tanto da farne il titolo di tre esortazioni apostoliche: “Evangelii gaudium” (La gioia del vangelo, 2013), “Amoris laetitia” (La gioia dell'amore”, 2016) e “Gaudete et exultate” (Gioite-rallegratevi ed esultate, 2018). Il papa argentino sottolinea spesso che il cristiano – qualunque sia la sua condizione di vita – non può essere triste, con il volto da funerale o da quaresima. Il dolore esiste e la fede-amore lo fa attraversare senza disperare ma aprendosi all'amore per gli altri.
Fiducia, gioia, amicizia... sembrano parole di altri tempi. Ma non è così. Sono parti della grammatica della vita e costituiscono ancora la trama della socialità. Non si tratta di negare l'esistenza di elementi contrari, ma di riconoscere che questi valori esistono e ci interpellano. Ciascuno è responsabile di decidere da che parte stare, cosa seminare nella sua quotidianità.
Amare gli altri come se stessi è insegnamento comune alle tradizioni religiose e umanistiche (la regola aurea: non fare agli altri ciò che non vuoi venga fatto a te). Gesù accoglie tutto questo e rilancia: “amatevi come io ho amato voi”, cioè, siate disposti ad amare chiunque senza esclusione, anche chi vi perseguita e odia poiché si considera vostro nemico, siate pronti a donare il vostro tempo, le energie e la vita per gli altri.
La via dell'amore (anche come amicizia sociale) può costituire il fondamento di un'etica planetaria e, quindi, la salvezza dell'umanità?
(9 maggio 2021 – sesta domenica di Pasqua )
PS – Nella lettera “Fratelli tutti” (2020), Francesco scrive che: “La statura spirituale di un’esistenza umana è definita dall’amore, che in ultima analisi è il criterio per la decisione definitiva sul valore o il disvalore di una vita umana.” (n.92). E aggiunge: “L’amore implica qualcosa di più che una serie di azioni benefiche. Le azioni derivano da un’unione che inclina sempre più verso l’altro considerandolo prezioso, degno, gradito e bello, al di là delle apparenze fisiche o morali. L’amore all’altro per quello che è ci spinge a cercare il meglio per la sua vita. Solo coltivando questo modo di relazionarci renderemo possibile l’amicizia sociale che non esclude nessuno e la fraternità aperta a tutti.” (n.94)
Nunzio Marotti
Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.Questo indirizzo email è protetto dagli spambots. È necessario abilitare JavaScript per vederlo.