La vita del confratello deve essere di carità con impegno continuo e quotidiano per venire incontro ai più bisognosi. Con la pratica della questua si elargiscono elemosine ai poveri e ai carcerati consistenti più che in denaro contante in beni di prima necessità. Il sodalizio garantisce il servizio gratuito di sepoltura ai confratelli e ai semplici cittadini che hanno fatto richiesta prima del decesso.Ai condannati a morte la compagnia assicura conforto spirituale prima dell’esecuzione con un degno funerale.
La attività più dispendiosa è quella assistenziale riservata ai malati.
Per tale scòpo, assistenza ad infermi ed ammalati, la Misericordia sin dal 1566 si serve in Portoferraio di una casa nella zona delle Conserve “… e indi a pochi giorni dove si trova al presente, servendosi per ospedale dei Poveri di una casa sotto le Conserve e poi nell’anno 1677 la fecero dove a giorni d’oggi si vede“
(“Memorie antiche e moderne dell’isola dell’Elba” pagina 132. Sebastiano Lombardi. 1796).
Il Governatore ha il dovere di provvedere a tutti i bisogni dei malati ricoverati in questa casa ed è per questo chiamato “spedalengo”.
Questa casa nella zona delle Conserve (zona così chiamata perché vi sono cisterne per la conserva dell’acqua piovana), di cui si serve nel 1566 la confraternita per assistere i malati è operante sin dal 1549.
Lo si evince da una lettera di Cosimo I de Medici che così scrive a Bastiano Campana il 4 maggio 1549: “…E’ tanto pia et necessaria l’opera che s’è fatta di sovvenire cotesti poveri ammalati nello spedale ordinato da noi che ci piace andiate seguitando in essa ,atteso max che giova et conferisce alla salute loro”
(Archivio mediceo. Filza 606. c 17. Archivio di stato di Firenze).
E’ la stessa casa che troviamo citata in documento di archivio del 1566 in cui il commissario Giovanni Battista dei Medici scrivendo al duca Cosimo redige una nota delle case e abitatori di Portoferraio affermando “..una simile: vi si tiene un poco di spedale che ce ne necessita”.
(Archivio Mediceo. Filza 606. cc91-98. Archivio di stato di Firenze).
Questa stessa casa dove “si tiene un poco di spedale“ la si trova citata in altro documento posteriore del 1574, essendo commissario Vincenzo del Benino, documento che come quello del 1566 è un inventario della case ma più dettagliato perché si indica il luogo dove è ubicata la casa “…una casa simile in detto luogo sopra la Conserva quale serve per spedale habita Lionardo da Pistoia et m.a Ricca zia della moglie del detto Lionardo nella qual casa è stata già molti anni senza pagar pigione atteso che ha sempre servito per spedaliera in governare amalati”
(Archivio Mediceo. Filza 606. cc 120-136. Archivio di stato di Firenze).
Veniamo così ad apprendere che è una donna, madonna Ricca, non appartenente ad alcuna confraternita, la quale, negli anni della fondazione di Cosmopoli presta soccorso ai poveri ammalati, in un casa dove abita anche “Lionardo da Pistoia”
Sempre nello stesso documento si apprende che Antonio Farsetti, uno dei fondatori della confraternita della Misericordia di Portoferraio con il titolo di “ecc.mo medico di Massa Carrara” abita in una casa posta in “piazza della citerna” che gli è stata concessa senza pagare pigione ”…un’altra simile posta nella medesima via habita Ant.o Farsetti medico fisico da Massa di Carrara con famiglia di dua persone concedutali senza pagar pigione per essere medico della terra provisionato da S.A.“
(Archivio Mediceo. Filza 606.cc 120-136. Archivio di stato di Firenze).
Questo medico fisico è il primo medico che esercita in Portoferraio di cui si viene ad avere notizia certa.
Accanto lui uno “spetiale” (farmacista) “…un’altra casa con bottega ad uso di spetiale l’exercita Niccolò di Giusto del garbo spetiale citt.no fior.no concedutali senza pagar pigione da Agnolo Guicciardini commissario insieme con le masseritie et altro famiglia cinque persone“.
(Archivio Mediceo. Idem come sopra).
Che nella “piazza della citerna” dove si conserva l’acqua vi sia una casa dove la confraternita appena istituita si serve per “ospedale dei poveri” è dunque confermata dalla presenza nella zona delle Conserve anche dell’abitazione di un medico e di un farmacista.
Tutto ciò non deve destar meraviglia: in pochissimi anni è sorta la città di Cosimo dove per il mutuo soccorso si costituiscono due pii sodalizi, le confraternite, che sono laiche ma con profonde radici religiose: dapprima quella del Corpus Domini e poi quella della Misericordia.
Ancora oggi sono presenti ed attive.
Marcello Camici
(ASSISTENZA ALL’INFERMO. Pannello espositivo. Civitas Cosimi. Complesso De Laugier. Portoferraio)
(Confraternita della reverenda misericordia di Portoferraio. Confratelli in divisa che conducono mezzo a cavallo per assistenza)