Cosa è successo lo racconta bene sulla sua pagina Facebook la scrittrice Luisa Mattia: «Accompagnato dallo scirocco che, da stamattina, crea una “ventolata” notevole, Riccardo Mazzei ha realizzato un’opera in cui la natura diventa arte e viceversa. È successo stasera (24 luglio, ndr) a Marciana Marina, al belvedere dell’Omo, una lingua di terra liberata da rovi e sterpaglie grazie a Umberto Mazzantini di Legambiente; un luogo d’incanto che s’affaccia sul mare. Qui, Riccardo Mazzei, raccolte piante, canne e steli, è andato componendo una rosa dei venti. Poi, acquerello rosso alla mano, ha dipinto ogni vento con rami secchi e infiorescenze. Il mare e il sole hanno dato il loro tocco. Una bella sera. Grazie a Valentina Anselmi, che ha curato l’evento».
In una settimana di lavoro, lo spiazzo dell’Omo, l’ultimo salto delle vigne ed orti che arrivavano fino a precipitare sugli scogli, è stato trasformato da gabinetto per cani ed esseri umani nuovamente nel belvedere dal quale si godono sfolgoranti tramonti e magnifici panorami di Marciana marina, della Capraia e di tutta la costa nord-orientale dell’Elba e del continente lontano.
Grazie all’idea dell’artista marinese-newyorkese Riccardo Mazzei e alla gentilissima disponibilità dei proprietari del terreno, Legambiente e Riccardo hanno ripulito dai rovi, dai rifiuti e dalle deiezioni il terreno e lo hanno reso alla sua antica bellezza, facendolo ridiventare il posto da dove le donne passavano per andare a fare il bagno in mare nascoste da occhi indiscreti, tuffandosi dagli scogli bianchi, sorvegliate dall’alto di uno scoglio nero dalla Madonnina. Un luogo dell’anima che ha ritrovato la bussola disegnata da Riccardo Mazzei con le erbe di campo, le ombrellifere, il finocchio e il finocchio marino raccolti a mano. Un quadrante vegetale che poi ha segnato con la rosa dei venti – ogni vento un cartone dipinto con erbe e colori naturali, che alla fine della performance artistica è diventato giaciglio dell’artista e poi di chiunque volesse stendersi alla ricerca di emozioni sotto un tramonto sfolgorante che bucava le nuvole di raggi divini.
“Omo Sapiens” è stata una performance essenziale: la meditazione e l'arte che si fanno natura e che riconsegnano a un luogo abbandonato un orientamento e una bussola per il futuro, un destino ritrovato partendo da un passato quasi dimenticato.
Perché, come ricordano Riccardo e Valentina, «Il nostro benessere è sempre legato a quello degli altri», una convinzione che è stata il motore dell'idea dietro a “Omo Sapiens”.
«Ora sarebbe bello – dicono a Legambiente – se i proprietari del terreno e il Comune di Marciana Marina trovassero un accordo per questo belvedere naturale, per un suo recupero il più fedele possibile al suo passato contadino e pescatore, senza fronzoli, luci e cemento. Magari pensando a un piccolo giardino botanico mediterraneo. Una nave della memoria di pietra, con la prua sul porto e il tramonto e la poppa sull’alba e la Madonnina, con le vele fatte di lentischi, fichi d’india, lecci e le erbe del mare che profumavano l’Omo ritrovato di Riccardo Mazzei, Se si vorrà farlo, se si vorrà impreziosire di questo gioiello il bellissimo Cotone, Legambiente è pronta a dare una mano».