«Ma dalla roccia Fetovaia sorgeva come un mostro, una grande nuvola fosca». Così scriveva Gabriele D’Annunzio nel 1928. È disponibile in tutte le librerie elbane un nuovo libro sul territorio occidentale dell’isola: «Fetovaia», scritto da Silvestre Ferruzzi e Fausto Carpinacci. Il volume illustra la storia e l’ambiente di Fetovaia, facente parte del territorio comunale di Campo nell’Elba. Gli autori ripercorrono, passo dopo passo, le vicende umane e ambientali di questo microcosmo isolano; dalle emergenze del territorio quali la formazione rocciosa della Cote Spaccata, ai magazzini vinicoli dei Paolini e del Lupi, alle fornaci da calce delle Piastre. Un territorio importante anche dal punto di vista militare, in cui si trovava l’ottocentesco Quartiere Militare, una vedetta della Regia Marina sulla Punta di Fetovaia e una postazione con mitragliatrice sulla spiaggia sabbiosa, circondata da un fossato. Un territorio dalla complessa geologia, che come notarono numerosi illustri geologi ottocenteschi tra cui Gerhard Von Rath, conserva particolarità come i cosiddetti «piatti di Fetovaglia», una particolare ardesia rinvenibile sul posto. E poi il mare di Fetovaia, che nel libro è rappresentato da splendide fotografie subacquee di Adriano Locci e in cui nel 2012 è stata scoperta una nuova specie di spugna incrostante di profondità, la «Plocamia sarasiri». Il libro rappresenta un prezioso manuale per chi intenda conoscere al meglio Fetovaia, realizzando un giusto equilibrio tra cultura locale e quel turismo internazionale che frequenta la splendida località elbana; come scrivono gli autori, «sulla sabbia di questa spiaggia fortunata continuano a fiorire i bianchissimi gigli di mare con la Cakile maritima, il maestrale porta l’azzurro nella baia, le ombre dei guzzi ormeggiati si proiettano sul fondale, il Magazzino dei Lupi si staglia lassù coi suoi vecchi muri affogati in un cielo di cobalto e più in basso ecco il Magazzino dei Paolini affacciato sul mare delle Tombe, i rosmarini esplodono di profumo sul bordo delle antiche fornaci da calce. E quella freccia scura di roccia continuerà ad indicare la direzione della bellezza, sorprendendo i cuori sino alla fine del tempo».