Altre tre discipline che andavano tanto di moda al circolo della Lega Navale del Grigolo e che aggiungemmo alle “Grigoliadi”, erano il ping-pong, la Dama e il biliardino (Calcio Balilla). In quest'ultima si impegnavano ogni giorno in lunghissime sfide il Presidente “Marcellone” e Riccardino (Cannoncino): una montagna e un topino! la forza e l'agilità. Per premio c’era una cassata siciliana della quale Marcello andava matto e per Riccardo vincere era dura.
Indipendentemente dalle “Grigoliadi” veniva disputata la “Vogalonga”, un evento-gara, nato nel 1979 o nel 1980 e proseguito fino al 1982, anno della sua ultima edizione. Si trattava di una competizione di voga, alla quale poteva partecipare qualsiasi cosa che galleggiasse, purché spinta dalla sola forza delle braccia applicata sui remi. I natanti dovevano partire dall'Enfola (ci potevano arrivare come volevano) e il traguardo era al Grigolo, davanti alla LNI.
All'ultima e per un pelo non tragica Vogalonga del 1982 parteciparono vari tipi di scafi, dalle canoe ai gozzi da pesca, dai patini alle tavole da surf, dalla Jole da competizione ad alcuni gozzi del Palio; punto quest'ultimo, vero nocciolo della questione. Anche quel giorno infatti, l’unica sfida era tra il “Capo Bianco” e la “Padulella”, con l'equipaggio dei Vigili del Fuoco come unica potenziale sorpresa. Io e Pinuccio arrivammo primi al traguardo, con un anticipo di parecchi minuti sui secondi, perché ci divertimmo a provare la Jole: un tipo di barca da regata che la FICSF, tramite l'interessamento del mi’ babbo (che ne era il fiduciario per l'Elba) ci spedì per farci allenare in vista di una eventuale selezione per i campionati Italiani. Tutta roba di contorno e di spettacolo! La sfida vera era dietro di noi. Le cronache dell'epoca ci raccontano del “Capobianco” rimasto subito indietro a causa di un problema ad un remo e della Padulella, seguita a pochi metri dai Vigili del Fuoco, notevolmente in vantaggio sui ragazzi di Oreste Colombo momentaneamente inguaiati. Proprio davanti alla loro omonima spiaggia e dopo un'eccezionale rimonta, avvenne il sorpasso del “Capobianco” che da quel momento in poi non abbandonò più la prima posizione. Per il secondo posto ne nacque un testa a testa tra i ragazzi di Nilo Lambardi e quelli di Bruno Filippo (Pompieri). Arrivati alla Punta della Madonnina, i timonieri dei due equipaggi dettero il serrate (il massimo dello sforzo) che portò la Padulella a tagliare il traguardo del Grigolo in leggero vantaggio sui Vigili del Fuoco.
Un ‘altra iniziativa sociale molto partecipata e divertente furono le gare di pesca a bollentino; anche in quel caso facevamo affidamento all’intera flotta delle “boccalone” (La Sugaia, la Potta Cenciosa, la Cangiona, la Sciabordita...) e tornavamo sempre soddisfatti perché a quei tempi i pesci c’erano e ci divertivamo.
Come ultima testimonianza del grande fermento creativo che pervase noi grigolini di quegli anni, andando contro un antico adagio popolare, ricordo che giungemmo perfino a stuzzicare il povero San Cristoforo, protettore tra gli altri anche dei barcaioli. Le sua festa, che io sappia, non fu mai celebrata in nessun angolo dell'Elba. Non vorrei che l'idea anche in quel caso fosse partita dal solito Mario Mellini, fatto sta che da quella notte del 25 Luglio di più o meno quarant'anni fa e per almeno le successivi tre ricorrenze, dal Grigolo partirono tante barche, quelle solite dai nomi “sboccati” più tante altre. Fecero il giro del porto e del golfo e arrivarono fino a Bagnaia portando in processione l'immagine del Santo. Il tutto in una grande luminaria di fiaccole. Da lì il nome di Rificolona di San Cristoforo, che fu dato a quell'evento.
Michel Donati