Nei documenti d’archivio come per il secolo decimo ottavo anche per il diciannovesimo, è documentata la presenza di istituti consolari nella città di Portoferraio.
E’ ancora il governatore ad avere rapporti con questi istituti consolari.
Il 22 aprile 1816, poco tempo dopo il congresso di Vienna e l’avvenuta restaurazione dell’ancient regime, il conte Strasoldo, governatore militare e civile dell’Elba, per la morte di Sua Maestà l’Imperatrice d’Austria Maria Luisa Beatrice Regina d’Ungheria e di Boemia, Arciduchessa d’Austria, avvisa i Consoli presenti a Portoferraio che “è stato ordinato dall’I. e R. Governo il Bruno per sette settimane per gli Uffizi come per la Nobiltà di ambi i sessi“.
(Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816. Filza 2.Carta 105.Archivio storico comune Portoferraio).
Nell’avviso per il “Bruno” è l’elenco dei Consoli di potenze alleate ed amiche del granducato di Toscana presenti a Portoferraio nel 1816 che devono esporre il lutto: Danimarca, Sardegna, Napoli, Francia, Stato Pontificio.
A Portoferraio,per ciascuno di questi stati esteri, che sono potenze alleate ed amiche del granducato di Toscana, è presente un Console che le rappresenta.
Ciò accade per il re di Sardegna nella persona di Carlo Fiorentini.
E’ quanto si apprende da lettera scritta da Strasoldo a Fossombroni, ministro degli esteri in Firenze, nel giugno del 1816, in merito al console di Sua Mestà il re di Sardegna:
“Il Sig. Carlo Fiorentini che fino al settembre dell’anno scorso fu destinato da Sua Maestà il re di Sardegna per suo Console Provvisorio in quest’Isola, e che in tale qualità fu approvato dall’I. e R. Dipartimento Estero per mezzo di Dispaccio dè 12 settembre detto mi ha portate le Lettere Patenti pervenuteli dal R. Governo Sardo che lo destina definitivamente al Posto di Console per S. M. sarda nell’isola d’Elba facendomi istanza che le medesime vengono dirette a V.E. onde ottenere a (...) gli ordini di R. Esecutor.
Nel tempo istesso mi ha domandato che sieno passati gli ordini opportuni all’Uffizio di Sanità di Marciana perché sia riconosciuto come suo sostituto in detto luogo il sig. avv Murzi, nella medesima guisa sia (...) eseguito riguardo al Sig. Gio. Ricci suo sostituto in Longone.
Non avendo quanto a me cosa alcuna da osservare in contrario alla scelta di detto sig Murzi prego V.E. a volermi far conoscere su tal proposito le sue osservazioni.
Ho l’onore di essere col più distinto ossequio”
(“Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816”. Filza 5. Carta 291. Archivio storico comune Portoferraio)
Pure l’Austria aveva il suo console a Portoferraio, Domenico Bigeschi.
E’ quanto si apprende da lettera scritta nel maggio del 1816 a Strasoldo dal Sig.re Stefano de Rainwich console di Sua Maestà l’Imperatore d’Austria, a Livorno:
“A Sua Eccellenza il Signor Conte Ramboldo Strasoldo di Villanova Cavaliere dell’Ordine Militare di S. Stefano,Ciambellano Reale ed Imperiale, General Maggiore, Governatore Civile e Militare di Portoferraio.
Eccellenza
Dietro gli ordini e le istruzioni espressamente ricevute dal mio Governo di nominare provvisoriamente un Agente Consolare Austriaco in codesta Isola da risiedere in Portoferraio, ho creduto di dovere scegliere il sig. Domenico Bigeschi che avrà l’onore di rimettere la presente all’E.V. ,colla quale mi faccio lecito di pregarla a volerlo conoscere provvisoriamente nella qualità di Agente Consolare Imperiale Austriaco in codesto Porto e successivamente provvederò ai passi ulteriori affinchè il medesimo sia dietro l’approvazione del Governo di Sua Maestà Imperiale e Reale Apostolica definitivamente installato come Vice Console della Maestà Sua.
Frattanto che le avanzo le mie preghiere a questo effetto ed a ffinchè i Sudditi e Naviganti Austriaci trovino all’occasione un rappresentante la loro Nazione in codesta Isola,la prego egualmente di assicurarsi della mia stima e della considerazione la più distinta con cui ho l’onore di protestarmi.
Di V.E.
Um.mo Dev.mo Serv.re
Livorno lì 22 maggio 1816
Stefano de Rainwich”
(“Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816”. Filza 5.Carta 256. Archivio storico comune Portoferraio)
Lo Stato Pontificio aveva il suo console a Portoferraio nella persona di Giovan Battista Lorenzi.
E’ quanto sia apprende da lettera scritta dal delegato apostolico al Console Pontificio di Portoferraio per metterlo al corrente di atti pirateria lungo il litorale laziale:
“Copia della lettere scritta dal delegato Apostolico Monsignor Giovanni Antonio Benvenuti all’Ill.mo Sig. Giovan Battista Lorenzi Console Pontificio in Portoferraio
Ill.mo Signore
Nella notte dal 16 al 17 andante una Pirata che si crede Corso con una scorridora, cioè la Tarenza vele di Bandiera Nera investì e predò in questo Littorale e precisamente nelle acque della Torre del (...) due Bastimenti cioè la Tartana francese nominata S. Maurizio e comandata dal capitano Luigi Sergini di 52 tonnellate carica di Dogarelle, avendo preso a bordo unitamente a tutti gli effetti del Capitano anche tutte le di lui carte consistenti in un Congedo di Costa (...), in un Bollo di Equipaggio…
Civitavecchia 27 maggio 1816
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Gio. Antonio Benvenuti. Delegato Apostolico“
(“Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816”. Filza 5.Carta 226. Archivio storico comune Portoferraio)
La nomina di Luigi Hutre a vice console di Francia nel porto di Portoferraio è molto interessante perché individua bene i passaggi, la procedura che era necessaria per diventare consoli di una nazione straniera: A) supplica dell’interessato a Sua Altezza Imperiale e Reale,il granduca di Toscana, B) informazioni da parte del governo sulla moralità e condotta del supplicante, C) approvazione e riconoscimento nella qualità di console di nazione estera da parte del granduca. C) comunicazione al supplicante dell’esito della supplica, D) comunicazione al comandante del porto del nuovo console.
Lo si apprende da Spannocchi, governatore di Livorno, che scrive a Strasoldo, governatore dell’Elba:
“Eccellenza
Ho l’onore di impiegare a V.E. l’annessa Supplica del Sig Luigi Hutre diretta ad essere autorizzato di accettare il posto di Vice Console di Francia in codesto Porto,pregando la di Lei bontà a favorirmi le necessarie informazioni sopra questo Soggetto in rapporto alla di lui moralità e condotta,affinchè io possa essere in grado di corredare le mie proposizioni delle opportune notizie.
Di V.E.
Livorno 8 maggio 1816
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
Spannocchi”
(“Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816”. Filza 3. Carta 161. Archivio storico comune Portoferraio)
A seguito della richiesta da Spannocchi, il governatore Strasoldo scrive una lettera il 14 maggio 1816 all?Auditore Vicario (giudice) per avere “le necessarie notizie sul detto Soggetto in rapporto alla di Lui moralità e condotta”.
Il 28 maggio 1816 Strasoldo spedisce una lettera al governatore di Livorno, Spannocchi,accompagnandola con un’altra del Sig. Auditor Vicario relativa alla condotta e alle qualità morali di Hutre Luigi.
Il 28 giugno 1816 Strasoldo scrive al supplicante Luigi Hutre che la sua supplica è stata accettata:
“Ho l’onore di parteciparle che S.A.I. e R si è degnata approvare che VS Ill.ma sia riconosciuta nella qualità di Vice Console per Sua Maestà il re di Francia all’isola dell’Elba, salvi i Diritti e regolamenti del Porto e con che Ella non s’intende essere come suddito Toscano esente dalla Giurisdizione del Tribunali del Granducato.
E nel prevenirla che sono stati in conformità passati gli ordini opportuni a questo Uffizio di Sanità passo a segnarmi con perfetta e distinta stima”.
(idem come sopra)
Nello stesso giorno, 28 giugno 1816, Strasoldo avvisa e comunica all’Uffizio di Sanità del porto di Portoferraio, nella persona del Capitano del Porto, che:
“ S.A.I e R. si è degnata approvare che sia riconosciuto in qualità di Vice Console Francese all’isola dell’Elba il Sig. Luigi Hutre, salvi i Diritti e Regolamenti del Porto e con che non s’intende come suddito Toscano esente dalla Giurisdizione dei Tribunali del Granducato.
Ella circolerà perciò gli ordini opportuni agli Uffizi di Sanità dell’Isola.
E sono con distinta stima..”
(idem come sopra)
La vicenda della presenza di Consoli di nazioni estere nel porto di Portoferraio e di viceconsoli anche in alcuni porti dell’Elba evidenzia come questi porti dell’isola fossero frequentati da bastimenti di varie nazionalità ed evidenzia come l’Elba fosse importante terra di scambi commerciali per tutto il granducato di Toscana.
Dell’istituto consolare nel granducato di Toscana tra il 700 e 800 ne parla in uno studio Aglietti a cui rinvio per chi volesse approfondire l’argomento (13) (PDF) L’istituto consolare tra Sette e Ottocento. Funzioni istituzionali, profilo giuridico e percorsi professionali nella Toscana granducale, Pisa, ETS, 2012 | Marcella Aglietti - Academia.edu
Marcello Camici
(G. M. Terreni. (1739-1811). Dipinto. Prospettiva delle fortificazioni di Portoferraio dalla parte di terra-prima dei lavori - parte superiore del dipinto - e dopo i lavori -parte inferiore del dipinto - dell’ultimo decennio del XVII secolo. Olio su tela. Museo civico di Livorno)
NELLA FOTO DI COPERTINA: Portoferraio. Fronte di terra saliente di nord ovest (Dal basso in alto) Bastione di S.Alessandro, Tenaglia, S. Ferdinando, Carciofaia, fianco del fronte di Sorbelloni, forte Falcone