Domenica 5 dicembre nella Chiesa Parrocchiale di Rio nell’Elba, alle ore 15,30 avrà luogo la presentazione dell’Opera di Umberto Canovaro dal titolo “L’apparizione di Santa Caterina all’eremo di Rio nell’Elba. Analisi di un manoscritto del XVII Secolo”.
La direttrice degli Archivi Elbani dr.ssa Gloria Peria presenterà l’Opera alla presenza dell’Autore e dell’editore.
La pubblicazione tratta della trascrizione di due manoscritti legati al lontano evento della presunta apparizione della Santa all’omonimo eremo di Rio nell’Elba. Il riassunto della vicenda dell’apparizione sta nel resoconto di Bartolomeo Dini (1776) e il manoscritto precedente del processo verbale conservato nell’Archivio Diocesano di Massa Marittima (1623),contiene il verbale dell’interrogatorio canonico di tutti i testimoni dell’evento Un lavoro minuzioso durato circa tre anni, che arricchisce il patrimonio degli studi del territorio ai tempi dell’antico Principato di Piombino e Isola d’Elba. La pubblicazione è stata supportata da Cassa di Risparmio di Volterra e da Rotary Club dell’Isola d’Elba.
Nella IV di copertina si legge:
"Se qualcuno pensasse che l’episodio narrato nel manoscritto secentesco a proposito dell’apparizione di Santa Caterina all’eremo omonimo di Gràssera a due pastorelli, Domenico di Michele e Tommaso di Pasqualino, sia una vicenda da limitarsi nell’ambito del breve tempo e dello spazio breve, si sbaglierebbe di grosso. È chiaro che l’epilogo di questa storia e il fatto che l’eremo di Rio non sia stato classificato santuario, non ce lo fa configurare come episodio da inserire nei grandi fatti del panorama miracolistico e delle apparizioni accertate (tutte quante considerate con estrema cautela, comunque).
Il lavoro di ricerca da me svolto, l’aver studiato il testo analiticamente e per la prima volta in assoluto, riportando fedelmente “parola per parola” ciò che quel verbale d’indagine ci rivela, servirà a fare giustizia sulle tante cose dette e scritte a proposito di questa apparizione, a volte inesatte, e dovute più al sentito dire che non alla puntuale lettura dei fatti. Credo che da quel lontano 1776 nel quale viene riassunta la vicenda dal canonico Bartolomeo Dini, testimonianza che riporto in questa stessa pubblicazione a beneficio del lettore, non ci sia più stato nessuno ad aver preso il documento in mano, e abbia attinto all’originalità delle fonti, mentre le notizie al riguardo che circolano anche sul Web provengono da fonti secondarie e non del tutto sempre attendibili.
Ma se non cogliessimo gli aspetti più intrinseci e di giusta dimensione di ciò che successe nel 1623 in quel paesino sperduto fra le colline elbane, faremmo un grande torto alla sua piena comprensione, e forse, alla verità, nel tempo e nello spazio".
Umberto Canovaro è nato all’Isola d’Elba nel 1954, e divide la sua vita fra Rio e Piombino. È notista storico ed esperto di Statuti comunali medievali. Ha collaborato con. Metodi archivi storici della zona. Nel 1997 ha scritto un dramma a sfondo politico intitolato “Silvio Mina, ovvero passione e morte di un uomo popolare”. Nel 1999 ha pubblicato “La giurisdizione penale nell’Antico Stato di Piombino (Sec. XV - XVIII)”, rivisitazione della sua tesi di laurea in Storia del diritto italiano. Nella primavera del 2002 ha pubblicato “Gli Statuta Rivi nell’ordinamento giuridico degli Appiani”, commentario di un manoscritto del XVI Sec., conservato nell’Archivio Comunale di Rio nell’Elba. Fra le sue numerose pubblicazioni ricordiamo anche il.suo saggio sulla condizione giuridica delle donne di Rio nel medioevo, che è stato inserito in “Tra il rigore della legge e il vento della storia - La condizione delle donne all’Isola d’Elba tra il XVI e il XVIII Secolo”. Fra gli ultimi saggi (2019) “1918.La febbre spagnola.Ricerca storica tra i territori di Piombino e Isola d’Elba”. È Commendatore dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Dal 2005 è notista storico del trimestrale elbano «La Piaggia». Nel 2011 è stato nominato Ispettore Archivistico Onorario per la Toscana con Decreto Ministeriale, riconfermato a tutt’oggi, e dallo stesso anno è Presidente dell’Accademia per gli Studi Storico-giuridici sullo Stato di Piombino «Pietro Calefati» che annovera insigni cattedratici e studiosi. Tutta la sua produzione a carattere storico-giuridico è conservata nella Biblioteca Nazionale del Senato della Repubblica.