Il Papa è in visita a Cipro e in Grecia in questi giorni di inizio dicembre.
Prima ha visitato la capitale cipriota, Nicosia, per poi recarsi nella capitale greca, Atene e nell’isola di Lesbo, su invito delle autorità civili e della Conferenza Episcopale.
Cipro ha una vivace comunità cattolica di circa 11mila fedeli, molti di loro fanno risalire le loro radici ai crociati che vi si stabilirono dopo la caduta di Gerusalemme nel XII secolo. San Paolo di Tarso fece tappa a Cipro nel I secolo d.C. e convertì al cristianesimo il governatore romano dell’isola; la tradizione, inoltre, sostiene che San Lazzaro, che Gesù resuscitò dalla morte, fuggì a Cipro temendo le persecuzioni e fu ordinato vescovo dagli apostoli Barnaba e Paolo. La sua tomba si trova sotto la chiesa di epoca bizantina di San Lazzaro nella parte meridionale dell’isola.
Il viaggio del Santo Padre sarà il secondo sull’isola greca di Lesbo – la Lampedusa di Grecia, che si trova a poche miglia marine dalle coste della Turchia – dopo quello del 2016.
Papa Francesco in questo viaggio vuole rinnovare e testimoniare il valore dell’impegno umanitario e di fratellanza della Santa Romana Chiesa, attraverso la riscoperta delle sorgenti antiche dell’Europa.
Un’Europa che sembra avere smarrito il senso di identità e umanità e che con la costruzione di muri lungo i suoi confini sta cercando di respingere un’umanità che fugge da guerre, da persecuzioni, da violenze e chiede che gli sia concessa l’opportunità di una vita degna di essere vissuta con la migrazione, un’opportunità che la civile Europa pare voglia negare, chiusa nei propri egoismi e nazionalismi.
Enzo Sossi