La vallata di Pomonte, che con i suoi 4 chilometri è la più estesa dell’Elba, conserva molti luoghi contraddistinti da un illustre passato. Lassù, a 460 metri di altitudine, si trovano i resti dell’abitato medievale di Pedemonte con i ruderi della chiesetta di San Benedetto e, poco più in basso, in un castagneto, ciò che resta del paese: tracce di muri, crolli di tegole in ardesia, condutture in terracotta, macine in pietra, piccoli edifici demoliti dai contadini per riutilizzarne le pietre nella costruzione di nuovi terrazzamenti.
Durante gli anni Quaranta del Novecento, più a valle di Pedemonte, nell’area della formazione rocciosa chiamata Cote Ritonda, venne fatto un importante ritrovamento; nel realizzare una nuova vigna, dei contadini scoprirono casualmente un bellissimo boccale medievale a motivi vegetali in «maiolica arcaica», assolutamente integro, prodotto a Pisa nel Trecento.
Il prezioso vaso, dalla caratteristica colorazione a fondo bianco con pennellate di verde acquamarina (ossido di rame) e marrone (ossido di manganese), veniva tenuto come contenitore per le uova sulla mensola del camino all’interno del magazzino rurale prossimo alla Cote Ritonda, vicino alla vasca del palmento per la spremitura dell’uva. Ma nel 1952 il boccale fu scorto da un distinto signore elbano, che se ne innamorò e lo volle suo; la miseria era tanta e le stoviglie mancavano, lassù al magazzino.
E fu così che quel bel vaso trecentesco, di cui oggi si è persa ogni traccia, finì nelle sue mani in cambio di un fiasco d’olio e di un «servito» di piatti nuovi.
Credits: Gianpiero Costa
Silvestre Ferruzzi
(Nella fotografia, un boccale pisano in «maiolica arcaica» simile a quello rinvenuto alla Cote Ritonda)