Al Direttore Responsabile di Elbareport, Sergio Rossi
Egr. Sig. Direttore
Avendo letto i recenti articoli firmati da Graziano Rinaldi e pubblicati sulla Sua testata, mi sento in dovere di scrivere queste righe indirizzate a Lei e ai lettori di Elbareport, tra i quali sicuramente ci sono estimatori affettuosi della manifestazione elbana che ritengo meritino un chiarimento senza equivoci.
Innanzitutto servono alcune precisazioni:
Yuri Bashmet è violista, non violinista. I Solisti di Mosca non sono “suoi amici” come il Sig. Rinaldi fraintende, ma è l’orchestra fondata dallo stesso M° Bashmet e da lui stipendiata, e come tale non suona e non si sposta senza di lui.
Sia io che Yuri siamo nati in quella che era l’Unione Sovietica: lui a Rostov sul Don, io a Leopoli, dove siamo cresciuti entrambi (ci conosciamo dalla scuola primaria). Riguardo alla guerra in Ucraina ci siamo trovati su posizioni diametralmente opposte, e questo mi dispiace immensamente. Come, sono certo, dispiacerà anche al nostro pubblico, abituato ad ascoltare il M° Bashmet e la sua orchestra da ben 25 anni.
Ignorando quanto da me chiaramente affermato in conferenza stampa, il Sig. Rinaldi ha creato una falsa premessa per avviare una polemica senza fondamento. La posizione del Festival è chiara e limpida: non siamo in nessun modo contro gli artisti russi, ma solo contro l’attacco del governo russo all’Ucraina. Alla luce di questo, chi non si trova d’accordo con la posizione del Festival, come lo stesso M° Bashmet, non può essere considerato “escluso”, perché va da sé che egli stesso non ha più alcuna intenzione di partecipare ad una manifestazione che ha espresso una posizione opposta alla sua.
Il Festival quest'anno vuole essere più che mai una piattaforma di incontro e condivisione, che darà la possibilità di esprimersi non solo, come da consuetudine, ad artisti europei e americani, ma anche in particolare ad artisti ucraini che da un giorno all’altro sono diventati profughi e a quegli artisti russi che sono diventati, loro malgrado, le vittime collaterali di questa guerra, a causa del loro dissenso con le posizioni del proprio governo.
George Edelman
Direttore Artistico Festival Internazionale “Elba Isola Musicale d'Europa”
Gentile Direttore
Non condivido la sua analisi e, come il Sig. Rinaldi, non condivido - mi perdoni - il suo operato, che continua ad apparirmi ingiustamente discriminatorio.
Mi pare aberrante pretendere - indipendentemente da dove la storia collocherà ragioni e torti - una sorta di "giuramento di infedeltà" al proprio governo, da un artista, perché sia giudicato degno di salire su un palco, non per difendere gli atti di un dittatore moscovita, ma per donare al mondo la sua musica.
Così agendo si "arruola" guerrescamente l'arte, che dovrebbe essere messaggio di amore, fraternità e pace.
Ciò premesso auguro a Lei e al Festival il miglior successo.
Come testata continueremo - come abbiamo sempre fatto - a contribuire alla promozione della manifestazione, con una punta di amaro in bocca, però.
sergio rossi