Nel resoconto manoscritto degli scavi archeologici in località Profico a Capoliveri del 1816, Giacomo Mellini scrive:
«Fu alla sommità del colle che diressi le mie prime scoperte (…). Vi ritrovai ossa di cadaveri, altri di una statura assai grande e quasi gigantesca, altri di mediocre e ordinaria, ed altri infine di parvoli e fanciulli, rivolti tutti peraltro colla faccia all’oriente. Avea ogni cadavere all’intorno di sé mitre, piatti ed altri vasellami, qualcuno dei quali identificati col tufo durissimo.»
(Giacomo Mellini “Relazione delle antichità scavate dal tenente colonnello ing. Giacomo Mellini in luogo detto Profico nel territorio di Capoliveri” manoscritto, 1816)
Una relazione corredata e accompagnata da eccellente
documentazione grafica dei reperti fatta dal Mellini.
Era un militare che percorse la carriera delle armi sino al grado di tenente colonnello del Genio militare francese. Si era segnalato nella difesa di Bastìa nel 1799 contro gli Inglesi facendo saltare una fregata inglese e per questo gli fu conferita una decorazione dal Comitato di salute Pubblica. Prese poi parte a tutte le campagne d’Italia di Napoleone: fu ferito alla battaglia di Marengo. Fu uno dei principali architetti delle fortificazioni di Peschiera e di Alessandria e per tale motivo divenne membro dell’Accademia delle Scienze e della Arti. Insegnò matematica ai cadetti francesi e italiani.Seguì Napoleone nel suo breve dominio all’Elba.
Nell’aprile del 1816, Strasoldo, governatore militare e civile dell’Elba, scrive a Corsini, ministro dell’interno dello stato granducale a Firenze, che il Tenente Colonnello Mellini che “aveva degl’indizi che nelle vicinanze di Capoliveri potessero esistere vestigi d’antichità” è stato da lui animato “a farne una qualche ricerca”.
E’ l’inizio di un carteggio dove si evidenzia in maniera netta l’intervento della pubblica amministrazione granducale a favore degli scavi archeologici nella località Profico vicino a Capoliveri, scavi in virtù dei quali noi oggi possiamo ammirare reperti di rara bellezza ed importanza scientifica alcuni esposti al museo archeologico della Linguella in Portoferraio.
Per una dettagliata rassegna sul valore scientifico di tali reperti dello scavo della necropoli del Profico leggi Michelangelo Zecchini
“LA NECROPOLI TARDO ETRUSCA E ROMANA DEL PROFICO PRESSO CAPOLIVERI (ISOLA D’ELBA)”
(https://www.academia.edu/40642233/LA_NECROPOLI_TARDO_ETRUSCA_E_ROMANA_DEL_PROFICO_PRESSO_CAPOLIVERI_ISOLA_DELBA )
Dal carteggio si apprende che la pubblica amministrazione granducale intervenne in maniera massiccia a sostenere, non solo economicamente, gli scavi archeologici intrapresi dal Mellini.
Fu coinvolto persino Sua Altezza Imperiale e Reale, il Granduca Ferdinando III di Toscana.
Ma è soprattutto il governatore Strasoldo che appare molto interessato.
E’ Strasoldo che “anima“ il Mellini a compiere un tentativo di scavo in quei luoghi vicino a Capoliveri dove erano “indizi” che vi potessero essere “vestigi d’antichità”.
Si deve a lui se la pubblica amministrazione granducale, fino ai massimi livelli, fu allertata intorno agli scavi archeologici.
Egli, infatti, il 9 aprile 1816 si rivolge al ministro Corsini per sapere dal Sovrano “se piacesse che si proceda a continuare questo tentativo” di scavo.
“Eccellenza
Il Sig. Tenente Colonnello Mellini che aveva degl’indizi che nelle vicinanze di Capoliveri potessero esistere vestigi d’antichità l’ho animato a farne una qualche ricerca e l’altro giorno nello spazio di sole 50 Braccia ha trovato da 40 pezzi di vasi antichi che conservo presso di me a disposizione di S.A.I. e R. e nel mettermi ai piedi dell’I. e R.A.S. prego V.E. ( ) il qui connesso bozzetto di alcuni di questi Pezzi trovati.
Persuaso che proseguendo lo scavo s’abbia da trovare cose che sommamente devono interessare l’antichità ( ) in attenzione degl’ordini del Sovrano per sapere se piacesse che si proceda a continuare questo tentativo nell’attendere degl’ordini che l’E.V. sarà per comunicarmi su questo particolare.
Ho l’onore di confermarmi….
9 aprile 1816
Strasoldo“
(Affari generali del Governo dell’isola d’Elba anno 1816. Filza 3.Carta 187. Archivio storico comune Portoferraio. Cfr in pg 348-360 di “Storia di Portoferraio e dell’Elba dal 1815 al 1818 attraverso documenti d’archivio” M. Camici. Marchetti editore 2017. Pisa)
Il Braccio fiorentino equivale a metri 0,583626.
Il Mellini eseguì il tentativo di scavo “sulla sommità del colle” in 50 braccia fiorentine pari perciò a circa 23 metri.
La risposta di Sua Eccellenza Corsini non si fece attendere molto perché il 4 maggio 1816 il Corsini scrive a Strasoldo che il Granduca Ferdinando, al quale è stato reso conto dei risultati, “approva che si continui il cominciato tentativo” di scavo e, non solo approva, ma v’è interesse a conoscere la spesa “ che sia occorsa e possa occorrere” per lo scavo.
“Ill.mo Sig.Sig.Pron. Col.mo
Sua Altezza Imperiale e Reale,alla quale è stato reso conto dei risultati dello scavo progettato dal Tenente Colonnello Mellini nelle vicinanze di Capoliveri approva che si continui il cominciato tentativo, ma frattanto si compiacerà VS. Ill.ma di presagire almeno per approssimazione la spesa, che sia occorsa e possa occorrere per tale oggetto.
Ho l’onore di confermarmi col più distinto ossequio
Di VS Ill.ma
Dall’I. e R. Seg.ria di Stato Li 4 maggio 1816
Dev.mo Obbl.mo Serv.re
N. Corsini”
(Idem come sopra)
Ora che lo Stato Granducale,ai suoi più alti livelli,si è attivato, Strasoldo,dopo qualche giorno, il 14 maggio 1816 scrive a Corsini e al Tenente Colonnello Mellini.
Al primo risponde in merito alla richiesta di conoscenza della spesa sostenuta e da sostenete per gli scavi, al secondo informa di quanto sta accadendo e cioè che il governo granducale è fortemente interessato alla prosecuzione scavi archeologici intrapresi e lui, Strasoldo,augura al Mellini “il più sublime successo”.
“Eccellenza
Ho comunicato al Sig. Tenente Colonnello Mellini quanto V.E. si è compiaciuto di significarmi con la pregiatissima sua lettera de 4 stante e qui annessa trasmetto all’E.V. nel suo originale la replica che mia ha rimesso il predetto Sig. T. Colonnello.
Trattandosi d’un oggetto di spesa così piccolo farò proseguire le ricerche nell’incominciato scavo e a misura che proseguiranno mi farò in dovere di darne conto all’E.V. per attendere gli ulteriori suoi comandi.
Frattanto ho l’onore di confermarmi con rispettoso ossequio
14 maggio1816
Strasoldo”
(idem come sopra)
Lettera di Strasoldo al Mellini del 14 maggio 1816
“Ill.mo Sig.
Avendo io reso conto a S.E. Corsini dell’Im.le e R. Segreteria di Stato del resultato del tentativo fatto da VS Ill.ma nelle vicinanze di Capoliveri ove Ella ha trovato e rimesso a me diversi pezzi d’antichità che io ritengo a disposizione di S.A.I. e R. il nostro Augusto Sovrano.
Con lettera del 4 stante S.E. Corsini mi scrive d’aver reso conto a S.A.I. e R. del resultato dello scavo da lei intrapreso e approva che si continui il cominciato tentativo che peraltro VS Ill.ma indichi la spesa occorsa e che possa occorrere per il proseguimento delle ulteriori ricerche da farsi in tale oggetto.
In attenzione pertanto di quanto sarà per indicarmi passo a confermarmi con tutta la stima”
(Idem come sopra)
Marcello Camici
Nelle immagini:
1. Foto di copertina - Prima pagina del carteggio sugli scavi archeologici alla necropoli del Profico in Capoliveri. Affari generali del governo dell’isola d’Elba. Anno 1816. Filza 3. Carta 187. Archivio storico comune Portoferraio
2. Necropoli del Profico. Candelabro di piombo e maniglia di bronzo (II secolo a.C.) di MELLINI documentazione grafica 1816.
Da Michelangelo Zecchini opera citata (https://www.academia.edu/40642233/LA_NECROPOLI_TARDO_ETRUSCA_E_ROMANA_DEL_PROFICO_PRESSO_CAPOLIVERI_ISOLA_DELBA )
3. Necropoli del Profico. Vasi a vernice nera, padella e manici di infundiboli in bronzo. II-I secolo a.C.
In Michelangelo Zecchini opera citata
https://www.academia.edu/40642233/LA_NECROPOLI_TARDO_ETRUSCA_E_ROMANA_DEL_PROFICO_PRESSO_CAPOLIVERI_ISOLA_DELBA