Le Beatitudini sono al centro del vangelo di questa domenica. Possono essere considerate la carta fondamentale per chi vuole percorrere la Via che è il cristianesimo, vale a dire seguire il Cristo. E' lui, infatti, ad aver vissuto le beatitudini: povero, sofferente, mite, affamato di giustizia, misericordioso, puro (semplice, uno) di cuore, operatore di pace, perseguitato, insultato.
Siamo di fronte al capovolgimento dei valori e dei criteri del regno umano. La logica del Dio solidale con gli uomini è diversa dalla logica centrata sull'io, sul possesso e sul dominio. Fermarsi a riflettere su come viaggia il mondo attuale è necessario per ritrovare una rotta umanizzante. Sì, perché l'uomo ha la possibilità di vivere in modo qualitativamente più alto, più spirituale. E ha modo di poter immettere nel mondo un fermento di umano-divinità. Una possibilità anche per il più piccolo degli esseri umani abitante nella parte più remota del pianeta.
E' il caso di citare, seppur brevemente, anche il messaggio centrale delle altre due letture bibliche che accompagnano il vangelo. Nella prima, il profeta Sofonia esorta il popolo a cercare il Signore, la giustizia e l'umiltà, confidando in Dio e non nella potenza umana. Nella seconda, Paolo parla di una sapienza diversa: “quello che è stolto per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i sapienti; quello che è debole per il mondo, Dio lo ha scelto per confondere i forti; quello che è ignobile e disprezzato per il mondo, quello che è nulla, Dio lo ha scelto per ridurre al nulla le cose che sono” (prima lettera ai Corinzi).
Siamo in un momento assai delicato della nostra epoca.
Gli scienziati sostengono che l'emergenza climatica si risolve se si opera velocemente per invertire la rotta. Questo significa superare la principale causa dei cambiamenti climatici, vale a dire l'uso dei combustibili fossili. Invece, anche alla luce dei recenti patti sul gas, tutto sembra andare in direzione opposta. Così, il tempo passa e, secondo gli scienziati, si rischia fortemente un aumento delle temperature e il raggiungimento del punto di non ritorno nei prossimi anni.
Lo stesso vale per le guerre e il rischio di guerra nucleare. Gli esperti, infatti, hanno spostato in avanti le lancette dell'Orologio dell'Apocalisse, che dal 1947 segnala il rischio di catastrofe nucleare o ambientale. Il rischio non è mai stato così alto: mancano 90 secondi a mezzanotte, il simbolico orario della fine del mondo, resa più vicina dalla guerra in Ucraina. Ma a contribuire al peggio sono anche il programma nucleare iraniano, i tentativi della Nord Corea di ottenere l’atomica, l’espansione del programma missilistico cinese e gli arsenali nucleari di India e Pakistan.
E' a rischio, pertanto, il futuro dell'umanità. La storia (guidata dai sapienti e dai forti, tornando al linguaggio di Paolo) mostra il fallimento di costruzioni basate sui valori del regno umano (sarebbe meglio dire disumano): individualismo, particolarismo, nazionalismo, sovranismo, separatismo. Dobbiamo rassegnarci e, come il treno del film “Cassandra Crossing”, viaggiare verso il ponte fatiscente che crollerà sotto il peso? Oppure, ravvederci con un profondo rinnovamento della mentalità e con l'affermazione della realtà del noi e della cooperazione (imparando dalle piante, come ci ricorda Stefano Mancuso) che può alimentare percorsi di speranza per l'umanità?
(29 gennaio 2023 – 4^ Domenica Tempo Ordinario)
PS – Quest'anno ricorre il 60° anniversario dell'enciclica 'Pacem in terris' di papa Giovanni XXIII. In essa, il Papa parlava di superamento del concetto della guerra come «strumento di giustizia» tra i popoli. E definisce la guerra nucleare irragionevole e folle (alienum est a ratione).
Nunzio Marotti
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