Sin dai tempi dell’invio del Guicciardini e del Machiavelli a Piombino, Cosimo I de’ Medici, signore di Firenze, sogna lo sviluppo del dominio fiorentino sul mare, sulle coste del Tirreno e soprattutto sull’isola più grande che ben amministrata è di notevole interesse economico. I Medici conoscono bene e sono attratti dai ricchi giacimenti di ferro, assieme ad altre ricchezze che l’isola ha sempre offerto, come il granito, la pesca dei tonni, la pastorizia e la produzione dei vini.
Quel momento sperato, pare arrivare quando l’imperatore Carlo V chiede un grosso prestito al Signore di Firenze e il giovane Cosimo vuole e pretende in cambio l’investitura sulla Signoria di Piombino e soprattutto la concessione territoriale dell'intera isola d'Elba. Questo nuovo avvenimento politicofinanziario accelera il convincimento spagnolo di concedere il principato al Medici; prudentemente Carlo V, in cambio del prestito ricevuto dalla banca dei signori di Firenze, concede in pegno l’isola d'Elba che però resta un fatto temporaneo.
Comincia a rendersi concreto il sogno di Cosimo, quello cioè di fare dell’isola la punta avanzata della presenza navale fiorentina sul mare, collegando la fondazione della città-fortezza di Cosmopoli con l’istituzione di un Sacro Ordine Militare di Santo Stefano, su modello di quello Gerosolimitano e basato sulla Regola di San Benedetto.
La guerra tra la Croce e la Mezzaluna non cessa nel Mediterraneo orientale; il Duca è avvertito dal suocero Don Pedro di Toledo che un imponente squadra turca sta per salpare da Costantinopoli con l’intenzione di attaccare le coste tirreniche e l’Arcipelago.
Da Livorno, nell’aprile del 1548, Cosimo spedisce all’Elba un’imponente flotta di bastimenti carichi di materiali da costruzione, vettovaglie, con mille soldati e trecento guastatori, sotto il comando di Otto da Montauto e del Cuppano. Il primo architetto della nuova città è Giovambattista Bellucci, detto il Sanmarino, grande teorico dell’arte militare che, aveva conosciuto il giovane duca divenendo primo
ingegnere di corte. Cosimo I gli affida il progetto di costruzione di Cosmopoli, con i suoi tre capisaldi del Forte Stella, del Falcone e della Linguella, cinti da poderose mura, intorno alla Darsena. Quando, dopo pochi mesi, il Bellucci è sostituito dal ‘Camerino ingegnere’, i lineamenti della città sono indelebilmente segnati quali ancora oggi si vedono. Nei mesi successivi la realizzazione architettonica prosegue sotto la guida di Giovanbattista Camerini, mentre l’intero sistema logistico è affidato a Girolamo degli Albizi; mai si sono visti nell’isola tanti uomini lavorare alacremente nelle fornaci, nelle fabbriche, nello smantellamento e nell’edificazione dei grandiosi basamenti, su cui costruire poderosi bastioni e capisaldi difensivi. La nascita rapida e poderosa di Cosmopoli crea problemi strategici alle potenze che si affacciano sul Tirreno le cui navi solcano questo settore strategico del Mediterraneo occidentale. C'è una preoccupazione generale, soprattutto da parte francese per il timore che di questa città-porto-fortezza si avvantaggino i galeoni e le flotte commerciali di Spagna.
Anche altre potenze marittime abituate a frequentare l'isola vedono la rapida trasformazione di una sicura e tranquilla rada, in una formidabile fortezza.
L'Elba, a parte le scorrerie piratesche che certo non mancano, era mèta di capitani marittimi che, di ritorno dai viaggi dall’Africa settentrionale e dal Levante, trovano rifugio in sicure e ampie rade in tutta l’isola.
L’ipotesi di Cosimo è di creare una città-fortezza nel Tirreno simile o superiore agli approdi fortificati di Rodi, di Candia e Malta, capisaldi cristiani sulle rotte di Levante. La presenza medicea nel Tirreno si rafforza. Cosimo e Firenze guardano verso il mare e muniscono di fortificazioni Livorno continuando il consolidamento delle piazzeforti costiere. Firenze, o per meglio dire il suo signore, Cosimo I de’ Medici, fonda l'Ordine militare e cavalleresco dei Cavalieri di Santo Stefano, con sede a
Pisa, nell’omonima piazza ideata e edificata dal Vasari; ha allestito una flotta da guerra, accanto ad un certo numero di navi mercantile.
Nel 1549 continuano i grandi lavori: il gran numero di operai, coadiuvati da tagliatori di pietra, legnaioli, fabbri, produce e mette in opera calcina e pietre, tracciando nella viva roccia quei baluardi e quegli intradossi che sono la parte più possente di Cosmopoli. Le linee generali e il profilo della città progrediscono alacremente con la costruzione dei bastioni della Linguella, del Maggiore e dei Pagliai; su quest’ultimo è edificata la fortezza che prende il nome dalla sua stessa forma: la Stella. Il progetto originario del Sanmarino continua dalla parte della città che guarda a settentrione e a ponente; si stanno edificando l'alto baluardo del Falcone, ancora più svettante e solido della Stella, da cui si sovrasta l’intera città e la Darsena ampliata e fortificata. Dalla parte di terra fa innalzare quattro
poderosi ‘fronti d’attacco’, di forma irregolare, che prendono il nome del Cannone, del Veneziano, delle Palle e della Cornacchia e in questo è aperta, nella viva roccia, la Porta a Terra.
Durand, 1852, Vista di Portoferraio dal lato del Ponticello
Il Camerini rifinisce l’assetto militare di Cosmopoli col bastione del Cornacchino e fra i due forti Falcone e Stella fa erigere quattro mulini a vento. Dalla parte di terra è costruito un insieme di baluardi difensivi che comprendono il Ponticello e il Fosso del Ponticello, con un piccolo bastione munito di batteria, un ampio fossato e un ponte levatoio. Tale fossato, vero capolavoro d’ingegneria militare, costruito per la lunghezza di 760 braccia e la larghezza di trentasei, comprende una muraglia, un ponte con pilastri, un casino della sentinella; tutte queste opere difensive sono ulteriormente perfezionate e rafforzate nei secoli successivi.
Per una migliore visione dei lavori, il Camerini costruisce una casa sulla collina di Santa Lucia, dalla cui sommità sovrintende i lavori e fa edificare un’altra costruzione panoramica, la ‘Casa del Duca’ per ospitare Cosimo, nelle frequenti visite alla ‘città dell’‘Ordine’, Cosmopoli.
Sono avvistate numerose imbarcazioni dirette verso l’Elba, ma con grande sollievo si tratta della flotta di pescatori di corallo che abitudinariamente fanno scalo e mercato nel tranquillo e sicuro golfo dell’antica Ferraja. Cosmopoli comincia ad assumere la forma di città; s’iniziano a costruire anche edifici religiosi, civili e amministrativi. Nel palazzo detto della ‘Biscotteria’ è istituita la sede del
Commissario il cui primo incarico è affidato a Francesco di Antonio Otto da Montauto. Quello è il luogo dove è prodotto il ‘biscotto’, specie di galletta per gli uomini ‘alla voga’ e la ciurma, presenti in gran numero nella città fortezza marittima. Questo edificio, originariamente deputato a essere il centro del Sacro Ordine Militare di Santo Stefano, è concepito come fortezza interna, con vaste cisterne d’acqua e altri generi alimentari.
In seguito diviene la sede amministrativa di giustizia, del tesoro, del carcere e sede del Governatore.
Il duca riesce a mantenere il dominio sulla sola ‘enclave’ poiché Carlo V, re di Spagna e del Sacro Romano Impero, si oppone al disegno di ottenere il dominio sull’intera Elba e sulle isole dell’Arcipelago, cui segue l’altro diniego del figlio Filippo II contrario allo sviluppo di un forte stato nell'Italia centrale.
La fondazione di Cosmopoli è per il ducato mediceo un avvenimento di straordinaria importanza: gli affreschi nel Salone dei Cinquecento, in Palazzo Vecchio, o quelli della Loggia dello ‘Spedale degli Innocenti’, sono effigiati per tramandare l’immagine di forza e di dominio di Cosimo e dei suoi successori.
Quattro grandi iscrizioni di marmo sono poste sugli accessi delle fortificazioni della Stella e del Falcone, mentre altre due vanno a onorare le porte della città. Uno dei più grandi artisti dell’epoca, Benvenuto Cellini, è incaricato della fabbricazione di un busto che è posto sulla facciata del Forte Stella, capolavoro di cui parla lo stesso autore: “ (...) mediante la bella testa di bronzo che io ho fatto, così grande ritratto di Vostra Eccellenza Illustrissima, che s’è mandato all’Elba”.
Esposto in una nicchia del Forte Stella, rimase lì fino al 1781 per essere poi trasferita a Firenze dai Lorena.
La situazione politica continua a non essere favorevole al duca nell’intento di entrare in possesso dell’isola; la vedova di Jacopo V Appiani rimane irriducibile nel perorare la permanenza della Signoria di Piombino presso la corte di Spagna.
Carlo V abdica per terminare la vita in monastero e affida la Spagna con i suoi domini mediterranei e le Fiandre al figlio Filippo II e al fratello Massimiliano d’Asburgo i territori del Sacro romano impero.
Nel marzo del 1557 il duca di Firenze tratta la cessione della Repubblica di Siena e la Signoria di Piombino. La prolungata trattativa diplomatica termina con la rinuncia da parte medicea a tutti i crediti che Firenze vanta su Madrid, in cambio della conferma della conquista di Siena mentre ancora una volta è negata l’Elba che ritorna alla Signoria di Piombino. Al duca rimane il dominio dell’enclave marittima di Cosmopoli con poche miglia intorno.
Nella seconda metà del secolo, la costruzione della città continua con alacrità: sono edificate caserme nella zona del ‘fronte di attacco di terra’ che prende il nome di ‘Altesi’ e altri quartieri, adibiti a civile abitazione, all’interno e fuori del recinto delle mura. È costruita nella zona centrale di Cosmopoli una grande piazza d’arme con accanto alla chiesa, che prende nome di ‘Natività di Maria Santissima’, il
cui primo pievano è Don Girolamo Sardi.
Benvenuto Cellini, Busto di Cosimo I de’ Medici, già sul Portale del Forte Stella a Cosmopoli, oggi al Museo del Bargello, Firenze
Altri quartieri sono edificati subito dopo l’intradosso di Porta a Terra e a destra di Porta a Mare; sono costruiti grandi pozzi e magazzini fortificati per sostenere assedi. Con editto del 1559, si stabilisce che chiunque venga ad abitare in Cosmopoli ha libera franchigia di persona e beni, qualsiasi pregiudizio o pena avesse contratto, esclusi i condannati a pene capitali e di ‘galera’. È dichiarata libera qualsiasi
persona ‘immune da gravezza ordinaria e straordinaria’ e si stabilisce che le merci e mercanzie che s’introducono in quel porto siano esenti da ogni dazio e gabella, tanto in entrata che in uscita.
È altresì stabilito che tutte le imbarcazioni qui varate siano esentate dal pagamento di tasse nei porti e negli scali medicei.
Arrivano in Cosmopoli artisti, marinai, soldati e contadini; alcune famiglie provengono dalla Toscana e i loro cognomi sono: Carpani, Rossi, Da Puccignoro, Forni, nobili milanesi, Celli, nobili pisani, Corsi, pilota di sei galere di S.A.R., Tiburzi, Bernotti, Ronca di Fabriano, Cocchi, Serafini, BaglioniCoppi, Mochi, Rigoni e Lambardi.
In questa prima fase d’immigrazione di civili a Cosmopoli, sono presenti nuclei familiari di Ebrei, che qui giungono da varie parti della Toscana e da altri territori. Di questa comunità, le cui tracce documentarie divengono sempre più evidenti nei secoli XVII e XVIII, permangono, fino a tempi recenti il perimetro murario del loro cimitero, alla fine del viale delle Ghiaie e la parte terminale della
strada detta degli Ebrei, poi via del Paradiso, l’attuale via Elbano Gasperi.
Fosso difensivo, detto del Ponticello
Alessandro Canestrelli