Senza dubbio molti portoferraiesi conoscono quel che viene definito “Partere”, un delizioso slargo dinanzi al Teatro dei Vigilanti nella parte alta del centro storico, dove spesso si sosta in attesa dell’inizio dello spettacolo o nell’intervallo tra un atto e l’altro come fosse una specie di foyer all’aperto, e che in estate viene anche in parte occupato dai tavoli del vicino ristorante.
Un posto delizioso da cui si gode la vista di tutta la città e del golfo fin’oltre Monte Grosso, un panorama che manda in visibilio i numerosi turisti che lassù si soffermano percorrendo la via che porta alla Villa Napoleonica dei Mulini.
Ciò che invece pare solitamente ignorato da abitanti e forestieri è che per la toponomastica quel luogo porta il nome di Antonio Gramsci, una grande figura di politico e intellettuale antifascista, uno dei dirigenti più influenti del Partito comunista d’Italia da lui stesso fondato, arrestato nel 1926 a soli 35 anni e condannato dal regime a vent’anni di carcere dove, consunto dalla malattia, trovò la morte il 27 Aprile del 1937. Mussolini disse allora che “quel cervello doveva essere messo a tacere”, ma nonostante la feroce persecuzione a cui Gramsci fu sottoposto, quel cervello continuò a funzionare e oggi le sue opere sono fra le più lette e studiate in tutto il mondo.
Credo sia doveroso, pertanto, in questi giorni in cui si celebra la Festa della Liberazione dal nazifascismo e in cui cade l’anniversario della sua morte, che le Istituzioni locali ed in particolare l’Amministrazione comunale rendano omaggio, magari con la semplice posa di un fiore sotto la targa che porta il suo nome, alla grandezza di quest’uomo che ha sofferto la galera e che ha dato la vita per non chinare la testa dinanzi all’imperante e soffocante regime fascista.
Danilo Alessi