La Vantina, all’anagrafe Enrichetta Vantini, era la figlia di Vincenzo Vantini, ciambellano alla corte in esilio di Napoleone Bonaparte. Apparteneva “all’unica casata elbana che poteva vantare titoli nobiliari”. Secondo quanto leggo su un vecchio articolo a firma U. G. pubblicato su Lo Scoglio, sia la madre che il fratello ricoprivano ruoli di spicco all’interno della medesima corte.
Eppure fu ad Enrichetta, non al padre né al fratello, che venne intitolata la piazza di Capoliveri dove si aprirà, venerdì 9 giugno, la terza edizione della rassegna letteraria Autorə in Vantina organizzata dal Comune di Capoliveri in collaborazione con la Pro loco e la libreria MardiLibri di Portoferraio. A ben riflettere, non ci poteva essere luogo più adatto per ospitare i sette incontri della rassegna; e non poteva esserci autrice più appropriata per aprirla di Vera Gheno, sostenitrice – tra le altre sue battaglie contro il “mostro del patriarcato” – dell’esperimento linguistico che propone di sostituire il maschile sovraesteso con lo schwa.
Enrichetta Vantini, infatti, pur se discendente di nobile stirpe e poi sposata al maggiore Antonio Patriarchi (e si noti l’esemplare coincidenza del cognome “patriarchi”), rimane nella memoria storica come donna a sé, con l’appellativo tutto suo di Vantina, nel quale riassume e conclude tutta la sua ascendenza, declinando al “femminile singolare” il cognome maschile plurale del nobile padre. Ignorando quello del marito.
Ed ecco allora che il cerchio del discorso viene chiuso, per così dire, dal ritorno della Gheno a Capoliveri, con un libro dentro al quale la storia della Vantina – se fosse stata anche scrittrice – non avrebbe sfigurato.
La Gheno, sociolinguista e traduttrice dall’ungherese, per vent’anni collaboratrice dell’Accademia della Crusca, quest’anno si presenta infatti in veste di curatrice dell’antologia “Parole d’altro genere. Come le scrittrici hanno cambiato il mondo” (BUR, 2023), un’operazione editoriale che ordina profili e testi di quarantadue autrici dall’antichità ai giorni nostri, come “risposta alla domanda fondamentale sulla vita, l’universo e tutto quanto”.
Quarantadue capitoli tematici che vanno a comporre, uno accanto all’altro, una sorta di catechismo laico o manuale per guardare il mondo con occhi diversi, secondo un orientamento d’impronta altamente morale “che oggi è tanto in auge”.
Ma non ci si lasci ingannare. Nonostante le premesse, “Parole d’altro genere” non è liquidabile come libro femminista, essendo più che altro e per l’appunto un libro “d’altro genere”, che accoglie in sé tutte le “ingiustizie discorsive” della nostra epoca; e chi saprà superare certe pretese di scorrette raffinatezze, come d’ambigue profondità intellettuali, arriverà a recepire il messaggio e a concordare onestamente con la curatrice – anche in virtù della scelta antologica che comprende brani bellissimi, come quello di Etty Hillesum.
L’incontro con Vera Gheno si terrà venerdì 9 giugno alle 21:30 presso l’anfiteatro della piazza La Vantina a Capoliveri.
Intervengono la giornalista Sabrina Carreras e la scrittrice Paola Cereda.
Angelo Airò Farulla