Da un po’ di tempo desideravo fare la recensione di questo importante libro, uscito poco meno di un anno fa, del critico romano Giorgio Bonomi ma perugino d’adozione, edito da Rubbettino, per sottolinearlo a tutti gli artisti, critici, storici dell’arte e addetti ai lavori presenti nel nostro territorio.
“L'autoritratto come poetica, oltre che come tecnica: questo libro offre per la prima volta una rassegna amplissima di artisti che usano la fotografia avendo come soggetto il proprio io, il proprio corpo. Vengono esaminati più di 700 artisti di tutto il mondo, dagli anni '70 ad oggi, da quelli più famosi ed affermati ai più giovani ed esordienti: il libro infatti vuole documentare la diffusione esponenziale di questo fenomeno artistico. Attraverso la ricerca della propria identità, con il travestimento, con la narrazione, la sperimentazione, la denuncia, gli artisti pongono problemi profondi che sono psicologici ed estetici, sociali e politici. L'autore dà conto di tutti con una breve introduzione ad ogni capitolo, con un esame succinto dei singoli autori e con una selezione delle loro opere, in bianco e nero ed a colori. Il lettore vedrà che l'autoscatto è una pratica soprattutto degli artisti di genere femminile e che il corpo viene definito "solitario" proprio perché tale tecnica è eseguita in solitudine, da soli o al massimo con l'ausilio di un amico che preme il pulsante della macchina fotografica, così "il corpo solitario" si impone nella società massificata come testimonianza di malessere ma anche come possibilità di evasione e di salvezza”.
Il libro è una riflessione teorico-critica sulla realizzazione dell’autoscatto. Io sono tra questi artisti alla pagina 317 del settimo capitolo dedicato al corpo come sperimentazione. Desidero inoltre rendere omaggio, parlare ancora della mia amica Pippa Bacca, pseudonimo di Giuseppina Pasqualina di Marineo e nipote di Piero Manzoni nata a Milano nel 1974, morta assassinata in Turchia nel 2008. Pippa insieme all’arttista Silvia Moro stava realizzando una grande performace: vestite da sposa avevano già attraversato in autostop i territori della ex Jugoslavia, la Grecia e dalla Turchia si apprestavano ad andare verso Israele con l’intento di portare un messaggio di pace. Troviamo suoi lavori nel capitolo “Appendice I, il corpo ritrovato” a pag.352. Io ho conosciuto Pippa nel 2005, dandole un passaggio sull'autostrada ligure, andava a Nizza o meglio a Villafrance, paesino di mare tra Nizza e il Principato di Monaco. Io allora avevo una casa atelier all'ultimo piano, il decimo, nel quartiere popolare di Bon Voyage a Nizza Est.Un luogo off-limits, insomma gli HLM francesi,sono spesso dei veri e propri ghetti. Io artista, lei artista, curiosa ha voluto fermarsi, l'ascensore, come spesso succedeva, era rotto, ci siamo fatte tutte le rampe dei dieci i piani a piedi. Meritava pero': l'appartamento era grandissimo, luminoso, semi spoglio, carte da parati sdrucite facevano trapelare una stratificazioni di decori, le mie grandi installazioni luminose troneggiavano, pero', riempiendo da sole le stanze semivuote. Abbiamo iniziato un'amicizia, scandita da frequentazioni tra Milano, Nizza e Firenze. Avevamo anche intenzione di preparare un lavoro su Bon Voyage. Le opere presenti nella casa francese erano principalmente state realizzate con l'autoscatto.