L'essere umano vive di relazioni. E con gli altri si organizza per affrontare i problemi comuni dandosi anche una struttura di potere. Quest'ultimo è necessario per poter fare qualcosa. Il vangelo di questa domenica parla del potere, del rapporto fra il potere di Gesù e quello del mondo.
E' un tema che è introdotto dagli oppositori di Gesù per metterlo in difficoltà. La questione era la liceità del pagamento del tributo all'Imperatore. La trappola dei farisei e degli erodiani è chiara: Gesù, se dice di non pagare, sarà considerato un rivoluzionario, se dice di pagare, verrà visto dal popolo come un collaborazionista. In questione è il tributo dovuto all'oppressore romano.
La risposta di Gesù spiazza gli interlocutori: Rendete (restituite) a Cesare quello che è di Cesare e a Dio quello che è di Dio.
L'autorità, necessaria, è al servizio della crescita dell'uomo e del bene comune. Talvolta, l'esercizio dell'autorità va oltre questo ruolo tendendo all'assolutizzazione. In questo caso, quale comportamento suggerisce la risposta di Gesù? Come ricordarsi di dare a Dio quello che gli appartiene?
“Solo chi dà a Dio ciò che è di Dio, sa cosa dare a Cesare. Ciò che è di Dio (ciò che vuole Dio) è la libertà dei figli e l'amore dei fratelli. Chi cerca questo, trova risposta anche al resto” (S.Fausti).
Tutto vivere con spirito di amore, secondo lo stile del Cristo, e se occorre, nei casi estremi, fino al martirio. Tra ribellione violenta e accettazione, Gesù propone una via diversa: opporre resistenza con la sua logica che è la mitezza, la nonviolenza. Il modello di re promesso da Dio è il Messia che cavalca un asino, umile e servo, che non prende (domina, schiavizza) la vita degli altri ma dona la sua per amore dei suoi fratelli. Chi lo segue, consapevole di essere soggetto di tale amore gratuito e senza limiti, traduce questo dono in impegno per gli altri.
Oggi si tratta di riconoscere quali sono i poteri che dominano il mondo e tendono a schiavizzare la nostra vita (il dio profitto, per esempio, con tutti i suoi culti: leggi economiche, guerre, menzogne, omologazione...). Si tratta di resistere recuperando l'umano nel nostro quotidiano, nelle relazioni, inclusa la politica: le realtà umane sono ciò a cui le indirizziamo con le nostre scelte e azioni.
E' importante, però, esaminarsi per riconoscere la (parte di) violenza e il non umano che è in noi al fine di cambiare, aprendosi alla forza dell'amore, e divenire così capaci di irradiare energie umanizzanti (divine), dove ciascuno possa vivere la sua identità profonda di uomo libero.
(22 ottobre 2023 – 29^ domenica ordinario)
PS – La domanda-trappola di farisei ed erodiani mi richiama le polarizzazioni attuali. Ma forse mi sbaglio...
Nunzio Marotti
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