L’esistenza di questa probabile struttura difensiva medievale, ubicata non a caso in località Castelli (immediatamente a Nord del paese di Sant’Ilario), è testimoniata nel 1343 da un atto notarile di Andrea di Pupo (Archivio di Stato di Pisa, «Opera del Duomo», numero 1279, carta 12) in cui si registrava la vendita di un terreno che aveva un’estremità nella Serra del Castello Campese («tenens unum caput in Serra Castelli Campesis»).
Dobbiamo giungere al 1698 per avere un’altra testimonianza; questa volta è del frate cappuccino Giuseppe Gaburri, che descrive la struttura, nella sua «Relatione delle missioni e dell’isola dell’Elba», come un «castello antico».
Del Castello Campese, apparentemente già diroccato nell’accurato disegno seicentesco allegato al manoscritto di Gaburri (pubblicato per la prima volta nel volume curato da Fabrizio Fiaschi e recentemente edito da Persephone), oggi non rimane purtroppo alcuna traccia. Tuttavia nella stessa località Castelli (che deriva dal genitivo latino «[Serra] Castelli»), lungo il Fosso del Campo Tondo, esiste un’estesa recinzione muraria poligonale – già presente nelle mappe catastali del 1840, con geolocalizzazione 42.766140, 10.213678 – che raggiunge uno sviluppo di circa 75 metri lineari, al cui interno si apre una porta d’ingresso; in attesa di ulteriori indagini, è lecito ipotizzare che tale struttura muraria possa, in qualche modo, essere correlata alla scomparsa fortificazione, anche come semplice ricostruzione su resti medievali. A breve distanza si trova la Grotta delle Streghe, lunga caverna naturale che, secondo la tradizione popolare, rappresentava una via di fuga per il contado verso il «burgus» fortificato di Sant’Ilario; tale passaggio, sempre secondo la tradizione, confluiva, tramite l’Uscetto, all’interno della chiesa parrocchiale di Sant’Ilario.
Silvestre Ferruzzi