Nel mese di aprile si è costituita presso la sede della Società Parco minerario dell’isola d’Elba a Rio Marina l’Associazione amici dell’archivio minerario.
Fulcro aggregativo è l’archivio storico formatosi a partire dal 1881 dall’attività di sfruttamento delle miniere di Rio Marina e poi di tutta la costa orientale dell’isola d’Elba.
L’archivio non è originato dall’attività di un unico soggetto produttore, come ordinariamente si ha negli archivi d’impresa, bensì come risultante del rapporto di concessione. Il sito minerario rimane il perno dell’azione di varie imprese che generalmente hanno altrove la sede legale. La produzione documentale inizia nel 1881, anno in cui prende il via la Concessione delle miniere dell'Elba e gli stabilimenti di Follonica, Cecina, Valpiana, in affitto alla Banca Generale, ossia ad un gruppo di soci tra i quali Giuseppe Tonietti e Vincenzo Mellini, rappresentato dalla Banca medesima.
L’archivio comprende anche alcuni archivi aggregati (Fondo cartografico Tissi, Fondo cartografico militare Forze alleate, ecc.) e il fondo donato recentemente dall’ing. Mengozzi contenente un’interessante documentazione dell’impresa Rimifer (Soc. A. Ricerche Minerali Ferrosi). Il fondo Mengozzi presenta particolare interesse per via dell’incarico ricoperto di direttore generale delle miniere e delle cave nel periodo 1968-1981, un incarico che ha convogliato all’interno del nostro archivio una documentazione di interesse nazionale.
Le dimensioni della documentazione dell’archivio sono ragguardevoli: 800 metri lineari di documenti al cui interno sono distinguibili una raccolta di riviste specializzate sulle tematiche geominerarie, un fondo che raccoglie lucidi e planimetrie di grande formato che descrivono la rete di gallerie che univa i vari cantieri, le relazioni sulla produzione, i registri del personale che sembrano accompagnare l’anagrafe comunale dando conto degli avvicendamenti generazionali delle famiglie locali.
Nonni, figli e nipoti si susseguono nei cantieri e negli uffici, il luogo del lavoro si confonde con l’ambiente domestico, i problemi del lavoro incidono sul menage familiare. Il paese-miniera vive in sedicesimo le problematiche della città-fabbrica con la conseguente commistione tra gerarchie politiche, sociali e produttive. La proprietà imprenditoriale influenza più o meno compostamente il vivere civile, erige chiese e asili, ma al tempo stesso forza l’urbanistica: alla sera tornando dal lavoro il minatore vive in una quotidianità assediata dal minerale che egli stesso ha prodotto al mattino.
Tutto questo si può leggere in un archivio? Sì, se il meticoloso lavoro dell’archivista – tuttora in corso - ripristina la fitta rete di relazioni che hanno portato alla formazione dei vari documenti. Di più l’archivio può mettere in luce i fattori distintivi che nel corso di due o tre generazioni hanno coltivato l’eccezione della costa orientale rispetto al resto dell’Elba: quella di una comunità che si svincola dall’egemonia dell’agricoltura di sussistenza predominante nell’isola grazie all’influenza di nuove determinanti politico-economiche con un raggio nazionale o addirittura internazionale.
Il 1881 rappresenta il punto di partenza dell’archivio storico, ma nel 1882 l’Italia entra nella Triplice Alleanza (Austria, Germania, Italia) concludendo un percorso che l’ha allontanata dalla Francia e l’ha avvicinata al modello statuale militarista prussiano. Nel 1884 sorge a Terni, protetta dall’Appennino, la prima grande acciaieria destinata a modernizzare la flotta italiana e l’armamento militare. In questo nuovo scenario politico-economico le miniere elbane assumono il ruolo strategico di garantire l’autosufficienza mineraria nazionale e ciò necessariamente rovescia i rapporti di forza tra i ceti sociali presenti sul territorio riese. Il commercio marittimo, la miniera e l’indotto artigianale-industriale sopravanzano la piccola proprietà terriera e nel 1882 la tensione originata dagli impulsi della modernità rompe l’unità del territorio facendo nascere il nuovo comune di Rio Marina.
È dunque la svolta protezionista della fine del XIX secolo che sostiene la produzione elbana, la crescita economica dell’enclave riese e il suo incremento demografico; all’opposto l’apertura dei mercati internazionali e l’avvio del disegno europeista rovescerà nel secondo dopoguerra i termini della competizione territoriale dato che nel resto dell’isola la sostituzione dell’agricoltura di sussistenza con il turismo era già avviata.
Tutto questo lo possiamo trovare nell’archivio? Sì, soprattutto incrociando le sue informazioni con altre fonti documentarie che ci consentono di apprezzare la piccola storia della comunità inserendola nella grande storia degli stati e dei popoli.
Perché ciò avvenga è necessario che l’inventariazione della documentazione proceda senza interruzione, ma è altrettanto necessario che essa alimenti, come già successo negli anni scorsi, ricerche, mostre.
Per questo è nata la nostra associazione ed è per questo che in futuro con Antonella, Cinzia, Iolanda, Ivo, Lelio, le Marinelle, Mireille, Renzo, Silvestro e Valeria – oltre che con l’archivista Sara Guiati – parleremo dei contenuti dell’archivio: racconteremo come esso sia approdato ai locali della Società provenendo dall’ILVA, come sia stato protetto prima dal riconoscimento del suo rilevante interesse storico e poi dall’avvio di un progetto inventariazione promosso da Umberto Canovaro; daremo conto infine dei risultati sorprendenti derivanti dall’analisi di alcune serie cartografiche e renderemo pubbliche le proposte che desideriamo coltivare con le associazioni culturali che da tempo perseguono sul territorio la valorizzazione delle fonti documentali.
Per adesso sottoponiamo ai lettori la riproduzione su lucido della bandiera del comune di Rio Marina adottata nel 1916, un documento che pone una molteplicità di domande:
perché cinque api in luogo delle tre che hanno continuato a campeggiare nel gonfalone? Come mai un documento tecnico attinente al comune si trova nell’archivio minerario? La concomitanza di un conflitto mondiale ha avuto peso in questa particolare scelta iconografica e fino a quando essa ha rappresentato la comunità ‘piaggese’?
Nei prossimi articoli cercheremo di dare risposta a tali quesiti. Ora ci preme solo evidenziare la capacità di un singolo documento archivistico di aprire la strada alla narrazione di una storia e al recupero di un frammento del nostro passato.
Giuseppe Paletta, Sara Guiati
Nell'immagine: Lucido della bandiera del comune di Rio Marina, 1916
Archivio storico delle miniere dell’isola d’Elba, Disegni delle società concessionarie.
Lucido n.697, Rio Marina, 9 ottobre 1916