Paolo Veronese – Venezia, 18 luglio 1573 – Il Santo uffizio convoca il pitture Veronese e lo accusa di eresia per aver dipinto una “Ultima Cena con l'inclusione di particolari estranei e indecorosi”. Il Veronese deve cambiare titolo, da “Ultima cena” in “Cena in casa di Levi”.
Ma che cosa è successo a Paolo Caliari, detto il Veronese?
Nel suo grande dipinto aveva messo personaggi come giullari, servi, soldati lanzichenecchi e varie piccole allegorie assieme al Cristo.
Il pittore si era semplicemente accorto che, data la grande composizione, gli mancava di riempire alcuni spazi, semplicemente ripeto, di aggiungere dei colori per accostarli necessariamente ad altri nella ricerca di un'armonia totale, giustificandoli con figure varie e anche umili.
Tutti i pittori che fanno l'arte per l'arte sono uomini liberi, infatti il Veronese si difese invocando la libertà dell'arte.
Questo tipo di cultura “repressiva” provocò anche la cancellazione di alcuni nudi operata da Daniele da Volterra nel Giudizio Universale nella cappella Sistina di Michelangelo, il quale dovette dipingere panneggi sulle parti da nascondere delle figure ...e a Daniele, detta alla Portoferraiese, fu appioppato il nome che rimane nei secoli di “Brachettone”.
(Anche a me, nel mio piccolo, capitò di dover mascherare un nudo...)
Italo Bolano
Nelle foto:
Un particolare della Cappella Sistina
Un ritratto di Paolo Veronese
La “Cena in casa Levi” - mt. 5,50 x 12,8, Venezia, Gallerie dell'Accademia