Se tanto ci da tanto a settembre armeremo gli scaldini e le borse dell’acqua calda, oppure no – quiensabe? - per Befana saremo tutti a chiappe scoperte alle Ghiaie e alla Biodola a caccia di refrigerio… Per ora nonostante le rassicurazioni di Renzi - che ha aggiunto la meteorologia alle molte discipline di cui non sa una sega ma tratta abbondantemente – l’estate 2014 non pare proprio pervenuta.
Eppure alcuni fenomeni tipicamente estivi li registriamo, e tra questi, sul capitolo sanità, non poteva mancare un’impennata degli attacchi di favite giovanile, la cui curva è parallela a quella dei casi di cacarella da popone diaccio e presciutto, che colpiscono però più intergenerazionalmente.
Le cronache delle ultime ore ci hanno segnalato due eclatanti casi di questo terribile morbo che conduce chi ne è colpito a compiere i gesti più inconsulti: quello del purtroppo ignoto scogliografico marinese, che pensava di abbellire la Feniccetta con le sue manifestazioni di acuto “pensiero misto” (cuoricini da baci perugina e A dell’anarchia, come parla’ di culo e perifrastica), prodotte dai 6 o 7 neuroni funzionanti che deve avere in testa, e quello dell’imberbe “pilota” fiorentino che, bello “gonfio” di alcolici torboni e fumanti pitoni, trovando perfino due co-fave che gli si so’ affidate e so’ montate su la su’ macchina, si è mollato a tutta randa per le strade dell’isola, cercando di seminare Stradale e Carabinieri crudeli che lo volevano appiedare, e riuscendo alla fine a mettersi la su’ macchina per cappellino, dopo avenne stiantate un altro paio che se ne stavano ormeggiate incolpevoli a bordo strada, riuscendo così perfino a finire la notte brava con un’altra corsa, stavolta però sdraiato in barella in ambulanza, verso l’ospedale, mezzo sderenato siccome quei due bauli che aveva a bordo.
Orbene, a parte sottoscrivere gli improperi e le richieste di esemplari medievali castighi (trovatelo e fatinieli puli’ co’ la lingua gli scogli … appena si rimette rifacciamoli fa’ il percorso della grande fuga, ma a piedi, scarzo e a carci nei lombi), purtroppo non contemplati dalle vigenti normative, a parte l’augurarsi che ad uno sia interdetto lo “jus scribendi” a vita, e all’altro sia consentito solo al compimento dei quarantanni d’età il riconseguimento della patente di guida (limitata però alla conduzione di biciclette e ciuchi), c’è da porsi un interrogativo angoscioso.
Ma chi l’ha prodotte cotali fave?
Parafrasando De Filippo questi “so’ figli a noi” e chi semina fave, baccelli raccatterà, quindi nemmeno più di tanto ci si pole tira’ fori, araganandosi. E' colpa anche nostra che così a pipo di cane li abbiamo cresciuti questi neo-tangheri.
P.S. Dalla redazione un commento marinese: "Se la razza c'è il maiale viene!"