Sulla carreggiate della variante scorrono due fiumi di auto da e verso Portoferraio, sulla riva di Concia di Terra poso gli occhi sul puzzolente e spernacchiante movimento di massa dei cacciatori (e dei reduci) dell’agostano forzato relax (sarebbe un po’ un ossimoro “forzato relax”, ma poi chi glielo spiega all’assessore che l’ossimoro non se lo infilano nel naso i selvaggi?), e sul marciapiede alle mie spalle odo due che, tra una biretta e l’altra, spandono parole di preziosa e sintetica saggezza.
“Se c’è una cosa di bono da di’, di quest’estate, è che ‘un c’è ancora stato un incendio!”
“Grazie al cazzo – replica con un francesismo l’interlocutore – fino a ieri pioveva che s’era con le palle in guazzo, o che voi che bruciasse?”
“Eh, tempo al tempo però – riprende il non domo augure di sventure – che se poi si mette al secco, alla lunga, qualcosa piglia foco!”
Arricchito di quanto di originale ho appreso (l’acqua bagna e il secco brucia), rivolgo i miei passi verso Val di Denari, e mi ritrovo a pensare che la cosa più calda della supposta (absist iniuria verbo) buona stagione, è stato il match notturno-cromatico “Ruggero Vs Cimabue”, un tempo culo e camicia e ora divisi come Monteti e Capulecchi (come avrebbe detto Totò) e l’un contro armato: te mi fai la notte blu quando io faccio la notte rosa, e io ti faccio l’Alba Chiara per Santa Chiara (abominevole mescolamento delle Clarisse con Vasco Rossi!) , e io ti faccio la serata a strisce bianche e rosse quando te fai il tardo-pomeriggio a pallini arancione! Peggio dei bimbi.
Intanto da diversi scranni i neo Sindaci di fronte a qualsiasi spiacevole evenienza, di fronte ad ogni rimostranza, ripetono come un mantra:
“è colpa di quelli che c’erano prima, è colpa di quelli che c’erano prima, è colpa di quelli che c’erano prima …”
Mentre gli scalzati per limiti di mandato o responso popolare oppongono il contro-mantra:
“non sanno fa’ una sega ero meglio io, non sanno fa’ una sega ero meglio io, non sanno fa’ una sega ero meglio io”
Fuori (ma anche sopra, sotto a sinistra e a destra) dal coro (dei mantra e delle bimbate) ovviamente il Capataz Vaporino. Egli non esiste, incombe: c’era, c’è e tornerà ad esserci, egli è tutto: maggioranza, opposizione e anche elemento di mediazione tra sé stesso e sé medesimo, ha passato la mano (e i chiodi) temporaneamente al povero sindaco “nominale”, che ha nominato e che però ha già pillottato e preparato per il forno, e tornerà - Osanna! - a furor di popol lungonese, oh se tornerà!
Elbani, li avete voluti, li avete votati gaudiosi, questi otto pollai?
Puppateveli!