"Famolo a cazzo di cane". È l'intercalare che precede ogni ciak della serie tv Boris. Per un ospite straniero non v'è alcuna possibilità di comprendere motivazioni e funzionamento di questa italianissima filosofia di vita che viene spesso definita "cazzicanismo", se non addirittura "cazzicanesimo" per chi ne fa una ragione di vita fondante.
Ora, io non ho niente contro il movimento culturale in sé, ma mi preme qui mostrare una differenza sostanziale tra i due modi di essere cazzicanisti.
Il cazzicanista positivo e il cazzicanista negativo. Mentre il primo fa le cose a cazzo di cane per scelta, il secondo le fa per rabbia.
Se da un lato il gesto positivo ha lo scopo di essere esplorativo ed esperienzale per portare alla luce nuovi paradigmi; d'altra parte il "negativo" non è spinto da ragioni antropologiche ma da pulsioni animalesche.
Il costruttore di realtà a cazzo di cane, saprà fare le cose anche con criterio, mentre il cazzicanista distruttivo non riesce nemmeno a capire la differenza.
Per fare un esempio concreto: ci sono persone che fanno cose per diletto e non si vergognano a mostrarle agli altri seppur consapevoli di non essere professionisti del settore - questi fanno alcune cose a cazzo di cane - per gioco; poi ci sono persone che si sentono piu' furbi di altri e non si preoccupano di guidare un motoscafo a dieci metri dalla riva o parcheggiare la macchina di fronte a un cancello o chiedere un'informazione e poi fare il contrario di quanto indicatogli, ecc.
Inoltre, per i "positivi" spesso l'approssimazione nel fare le cose è un processo che disegna un percorso di apprendimento, quindi ha un inizio e una fine. Invece i "negativi" peggiorano in maniera esponenziale nel reiterare i loro gesti inconsulti.
Mi pare sotto gli occhi di tutti lampante che il fenomeno di massa che sta investendo il Bel Paese è un Cazzicanismo di tipo 2. Purtroppo questa deriva non ha nemmeno piu' l'argine dello Stato. Infatti, anche il sistema amministrativo pubblico ha scelto questa filosofia.
Ci si ritrova così che ognuno fa un po' come cazzo gli pare (e gli pare di cane).
All'isola d'Elba, nello specifico, non si può non vedere come la tendenza oramai consolidata sia quella che in musica si chiama "jamming" - improvvisazione, come viene viene, buona la prima. Non c'è un piano strutturale e di coordinamento per nessuna delle cose che si fanno, e quando c'è è frutto non di scientismo, ma di favoritismi e clientelismi. Questo provoca un Cazzicanismo di tipo 3, nel quale l'attore è sì consapevole delle sue azioni come nel tipo 1, ma mira essenzialmente a distruggere anziché ad esplorare nuovi orizzonti.
L'idea che sull'isola vadano costruite piu' strade, piu' larghe, e altre decine di parcheggi, essenzialmente è un'idea a cazzo di cane (tipo 2). Quello che servirebbe all'Elba è invece un disegno esaustivo ex-novo fatto da gente preparata senza l'ausilio di cazzicanisti di tipo 3.
Bisogna assolutamente pianificare un nuovo sistema di rete dei trasporti. Cominciare a pensarlo da lontano, come raggiungere agevolmente l'isola in aereo o in treno, almeno dagli aeroporti, i porti e le stazioni principali piu' vicine, come Bastia, Pisa e Livorno. Poi pensare a una rete stradale che inviti a muoversi in bus o in bicicletta. Creare un servizio di trasporto pubblico piu' snello e confortevole, fatto di minibus piu' frequenti e - soprattutto - notturni. Collegare anche l'est e l'ovest tra loro, e anche le piccole frazioni.
Insomma, come recitava una splendida barzelletta: proviamo a Topa di Gatto
Angelo Mazzei
Esimio Lei
Trovandomi per buona parte in sintonia sulla anamnesi, sulla diagnosi e sulla prognosi qui sopra esposte, meglio fia (che al contrario di quanto pensa l'assessore non sta a significare "la più sensuale delle fanciulle" in livornese) che poco aggiungessi.
Faccio però voti che ella opti per classificare il fenomeno di che trattasi (come peraltro aveva, di passaggio, considerato) sotto la voce CAZZICANESIMO, che oltre a suonare più solenne, non indurrebbe a spiacevoli equivoci.
Il termine cazzicanismo è infatti già in uso ironico e giocoso all'Elba. Esso è stato assunto da un gruppo di bravi fotografi formatisi alla scuola del valente anzi polivalente Alessandro (Cicino) Beneforti per definire il loro "movimento", ma, badi bene, costoro intendono la "fotografia cazzicanistica" non già come banale o sciatta, ma piuttosto come naif, spontanea, improvvisata, forzante gli usuali schemi.
Comunque sia, s'usi cazzodicane, penedisegugio, mentuladiveltro o altra allocuzione i problemi restano e - per restare in tema - la (stavolta umana) fava allunga.