Ci meravigliamo che a distanza di quattro orette dalla pubblicazione del rapporto di Goletta Verde, sull’inquinamento del mare toscano (vedi articolo in apertura) che ancora una volta vede l’Elba presente nella parte dei cattivi per esclusivo demerito marinese, (tanto di cappello a Campo che, nonostante l’alluvione, è riuscita a rientrare nei parametri della decenza), ancora non si sia levata una voce a denunciare il complotto demoplutoambientalistagiudaico (massonico no per evidente schieramento) contro l’isoletta verde e blu ed in particolare contro Marciana Marina, una delle ultime gloriose roccaforti del berlusconismo, con annessa tiritera dei giornali cinici e bari (oltre che filo piombinesi) che tramano per dare, con notizie allarmistiche, altri colpi al patrio turismo etc etc etc; come se la responsabilità delle porcherie che affliggono la nostra isola non fosse di chi le compie, ma di chi si accorge che ci sono, sussistono e talvolta pure crescono, e lo dice, nonostante le bugie degli amministratori, e la cortina fumogena di chi intende l’informazione come pura “promozione d’immagine”, nonostante ridicoli attestati “blu”, genuini come le lauree del Trota, conferiti peraltro a realtà inesistenti (fonte: non la Pravda eh! ma il Corriere della Sera).
Cari lettori si scrive “Escherichia Coli” ma si pronuncia più o meno “merda”, materia che ha la disdicevole abitudine di venire a galla, proprio come fa prima o poi la verità.
A questo punto per il buon nome dell’Isola sarebbe opportuno che, non solo i direttamente danneggiati marinesi, ma tutti gli elbani a partire dagli altri primi cittadini, esercitassero pressioni sui due soggetti interessati: ASA da un lato e Comune di Marciana Marina dall'altro, perché anche il minimo comune isolano si dotasse di un vero impianto di depurazione così come gli altri sette, ciò perché la struttura ivi collocata “pretratterà” pure, ma non depura un fico secco, prove ne sono stati, ancor prima dell’ultima rilevazione (scientifica) operata dai tecnici (terzi) incaricati da Legambiente, i ripetuti (documentatissimi) sversamenti di cacca in mare nell’area portuale marinese, davanti ad una spiaggia non balneabile ma servita di attrezzature (!) a dieci metri da un’altra definita balneabile (!), come se i microorganismi intestinali lasciati in guazzo avessero appreso a navigare disciplinatamente accostando tutti a babordo indipendentemente dalle correnti-.
Ma eccessive speranze che ciò avvenga non ne nutriamo, molto più facile che si continui con la solita (alla lunga suicida) tecnica di cacciare la spazzatura sotto un tappeto di lunghe discorsesse piene di vuoti paroloni ad effetto, pubblicate per contratto.
Alla via così, festevolmente, verso lo sversamento marinese di merda prossimo venturo