Chissa perché stamani ci frullava per la testa un antica canzonetta: "Che finimondo per un capello biondo trovato sul gilet" che terminava con la frustrazione della moglie (mora) gelosa: "da un chimico il capello ha poi portato/ e questi dopo averlo analizzato/ ha rilasciato un certificato/ in cui diceva dichiaro così:/ non è un capello ma un crine di cavallo uscito dal paltò ..."
Certo, il termine ormai desueto "paltò", così come il riferimento alla pratica di imbottire di crini di cavallo le vestimenta invernali fa datare (senza bisogno del carbonio 14) molto in là nel tempo la popolare arietta, ma di cose assai vetuste dobbiamo parlare, poiché il Capello Biondo, stamani, appresa una particolare notizia, ci veniva da parodiarlo con:
"Che piagnisteo con questo ipogeo o zecca degli Appian"
o ancor più greppamante:
"Che due coglioni, con i professoroni che stanno a discettar"
Gli è che abbiamo saputo, da una informatissima spia ben introdotta nell'ambiente, che il pertuso marcianese è stato visitato e valutato da due studiosi giunti per destinazione dalla Soprintendenza, i quali alla fine del loro dotto lavoro avrebbero dichiarato: "Non è un capello ma un crine di cavallo ... ah no, pardon, quello era il chimico della canzone prima.
No, la salace risposta pare sia stata "... se ci si mette dentro una salma può essere considerata una tomba ..." che suonerebbe per i partigiani Pippogeisti discretamente a presa di culo.
Ci scappa un'altra parodia:
"Questo riparo fu albergo d'un somaro in tempo assai lontan"
Comunque ora speriamo che con questa pallosissima tiritera, come s'usa dire tra il volgo ferajese ... la facciano smessa (ma è solo un auspicio)
Saluti e baci marcianesi