Vi parlo di un ricordo, probabilmente in assoluto il mio primo ricordo, datato forse 1951: ero nella mia casa del Brunello in quelle due stanze in cui abitavamo in cinque, nella casa dove ero nato tre anni prima. Mio padre mi sorreggeva in piedi sul davanzale e puntava il suo dito verso il basso, c'era una enorme macchia gialla dove poi avrei imparato a distinguere i campi, la strada, la "loppa"..., il cumulo di "carbonella" da cui mio padre traeva guadagno. Vedevo solo un lago di acqua gialla.
E vi parlo poi di uno scambio di idee con Sergio Polastri di pochi, pochissimi giorni fa, parlavamo del fosso di Val di Denari che è stato tombato per un lungo tratto e che passa sottoterra nel giardino del mio condominio, sotto le fondamenta delle case che stanno accanto alla mia per rivedere la luce proprio davanti alla sua casa.
"Quando lo hanno costruito dentro quel tunnel di cemento - diceva Sergio - ci potevo camminare dritto, ora nemmeno piegato per quanto si è riempito di terra", e mi faceva riflettere su quanto fosse pericoloso lasciarlo così, con una luce tanto ridotta, rischiando un'ostruzione che avrebbe avuto effetti devastanti soprattutto a monte. Un "effetto Bisagno" in scala ridotta, sì, rispetto alla tragedia genovese, ma capace comunque di creare un bel casino e molta devastazione, perché è ormai acclarato che a tombare i corsi d'acqua si moltiplicano esponenzialmente i rischi delle esondazioni e la loro gravità.
Per questo venerdì, quando ho visto la parte in superficie di quel fosso gonfiarsi a dismisura (la foto rende solo parzialmente l'idea, qualche minuto prima 'acqua era al livello della strada) ho avuto paura e ho pensato che poteva finire come nella prima foto che ho scattato (mentalmente) con quella enorme distesa gialla, con la differenza che allora circondata dall'acqua si vedeva qualche casa sparsa e che ora intorno a quel fosso anzi sopra ci sono parcheggi, strade ed abitazioni di centinaia e centinaia di persone.
Passata la paura (senza illudersi troppo, è probabile, sempre più probabile coi cambiamenti climatici, che ricapiti) mi sono rimaste in testa le domande di cui vi faccio partecipi:
"Quando la finiranno i miei concittadini di costruire a cazzo di cane?" Quando si finirà di mettere le mutande cementizie ai fossi? Quando si finirà con l'urbanistica dello stupro territoriale?"