Onde evitare spiacevoli insinuazioni premetto di essere un naturalizzato elbano, con regolare residenza nelle terre isolane. Garantisco, senza timore di smentita, di non avere alcun tipo di ascendenza parentale, naturale o acquisita, amicizia o conoscenza diretta, frequentazione sia pur telematica e/o epistolare, con soggetti piombinesi o provenienti da zone limitrofe alla tracotante città di la del mare. Quando, per necessità o svago, sono costretto ad attraversare il sopracitato paese rivierasco, dovendoci sbarcare o imbarcare, lo faccio in assoluto silenzio, a occhi bassi, ed evito di rispondere a qualsivoglia domanda o invito al dialogo. Ammetto semmai di ricordare lontane ascendenze veneto-lagunari ma, che io sappia, la serenissima mai ha dimostrato volontà aggressive nei confronti della nostra amatissima isola e tantomeno nei confronti del primo cittadino capoliverese, padre protettivo dei suoi amministrati, scopritore di congiure, battitore di moneta, nonché primus inter pares fra gli innumerevoli primi cittadini dello scoglio almeno per quanto riguarda la ultraefficiente gestione della Gestione Associata del Turismo.
Arditamente mi permetto dunque, avendo spero le carte in regola, di suggerire con deferenza come impiegare una parte dei quattrini provenienti dall'imposta di sbarco per sanare alcune vecchie ferite lamentate da tempo sulle pagine di cotesta e di altre gazzette locali.
Destinatari diretti della mia supplica sono nella fattispecie oltre al lungimirante capoliverese gli eccellentissimi sindaci di Portoferraio e Rio nell’Elba. Al primus mi azzardo a suggerire di procedere, finalmente visto il congruo aumento dei proventi derivanti dall’imposta in oggetto, (50% in più, mica bruscolini), e il vincolo di destinazione dei suddetti quattrini che così recita “finanziare interventi in materia di turismo, nonché interventi di manutenzione, fruizione e recupero di beni culturali ed ambientali locali, nonché dei relativi servizi pubblici locali” alla costruzione dell’ormai leggendario canile comprensoriale, agli altri imploro di provvedere alla liberazione di due siti la cui impraticabilità da tempo inacidisce la digestione di alcuni isolani nonché di altri foresti, esclusi ovviamente i piombinesi dei desiderata dei quali allegramente ce ne impipamo.
L’accesso a Cala dei frati a Portoferraio e alla Spiaggia delle secche a Rio nell’Elba da tempo è negato: per cortesia destinate qualche euro a opere, leggere e semplici, che ne consentano la riapertura.