In un altro universo, su un pianeta molto simile al nostro, nel principale comune della terza isola più grande di una piccola nazione peninsulare, un diciottenne ha ottenuto, dopo diversi tentativi, un'intervista con il sindaco.
Raggiunto l'obiettivo, il giovane era molto emozionato, finalmente avrebbe potuto fare tutte quelle domande che si era preparato ormai da tanto tempo. «Ma proprio tutte?» pensa tra se e se il neogiornalista. Forse sono troppe, forse alcune non sono adatte per l'intervista! Così, per sicurezza, prende carta e penna e dopo varie formulazioni butta già la scaletta finale.
Tutto trepidante e un po' teso, la mattina dell'intervista si presenta al palazzo comunale, dove un impiegato lo indirizza verso una piccola stanza, in attesa dell'arrivo del sindaco che, stando alle parole dell'impiegato, arriverà a breve.
Per ingannare il tempo, il ragazzo ripassa le domande scritte sul foglio di carta cominciando a ripetersele in testa. La prima, la legge con soddisfazione: «Quale sarà la Vostra politica per i giovani?».
Domanda molto importante, cruciale nell'intervista: i ragazzi che abitano nel paesino passano le giornate ciondolando da un bar all'altro, non ci sono bowling, piste di skateboard, veri centri di aggregazione, le strutture sportive sono quelle che sono (c'è una vasca da bagno che chiamano piscina) insomma si da' poco pane allo spirito e poco al corpo.
«Come interverrete nel settore ambientale?», altra domanda "delle cento pistole": l'isola è unica, favolosa. Si possono fare bellissime passeggiate lungo molti caratteristici sentieri, che si snodano sulla superficie insulare per dare a chi le percorre emozioni suggestive.
Ma ai governanti poco importa, così come poco intervengono enti con compiti ambientali del territorio la materiale manutenzione. I sentieri, salvo qualche povero diavolo che se ne occupa volontariamente, sono abbandonati a loro stessi, e tutte le cose, dopo un po' che sono abbandonate, si autoconvincono di non valere più niente, lasciandosi morire.
Diversi sentieri infatti si sono arresi, gli alberi sono venuti giù e hanno ingombrato il passaggio. Non è certo un problema delle classi dirigenti e governanti, per i quali la parola “turismo” si accosta evidentemente solo con la parola “balneare”.
La terza domanda non trascrita sul foglio l'aggiunge mentalmente improvvisando:
«Come agirete - sempre se agirete - per migliorare le condizioni stradali dell'isola?» La domanda gli si era infilata nella testa pensando a come la sua macchina ballasse la rumba su determinate carreggiate.
Si, perché le strade su quell'isola, in determinati tratti, più che asfalto con qualche buca sono buche con tracce di asfalto, e molto spesso là dove le buche vengono ripristinate, dopo poco tendono a ricrearsi, la segnaletica orizzontale (le strisce, in parole povere) spariscono subito, l'abbondanza di pseudo esperti del traffico (che è invece una scienza) tra gli amministratori produce ordinanze bizzarre e incongruenti, si creano rotonde in ridicola miniatura, si fa parcheggiare nei posti meno propri e la regola generale sottesa pare essere quella dell'immane casino.
Ma ormai il giovane da' la stura alla fantasia e comincia ad aggiungere domanda su domanda, al galoppo verso Utopia, cioè verso un paese meno in "coma vigile" di quello che gli passa il convento.
Bruscamente però lo sveglia l'usciere. L'incontro con il primo cittadino è rimandato per improrogabili sopraggiunti impegni (pare che abbia da inaugurare una salumeria!).
"Vabbé fatemi parlare con il secondo!" "Niente da fare è insieme al primo; quando il suino chiama ... la patria comunale risponde"
Giacomo Giovinazzo