Cinque donne elbane. Fra loro diverse, forse nemmeno si conoscono tutte l’una con l’altra. Vengono da storie personali differenti, vedono, molto probabilmente, differenti soluzioni ai problemi dell’isola, hanno in comune l’appartenenza al sesso femminile. E un arco temporale, quello di nascita, che non credo superi qualche manciata di anni. Così, per non fare torto a nessuna, le metto in ordine alfabetico:
Bulgaresi Anna, Sindaca di Marciana
Frangioni Maria, Presidente di Legambiente Arcipelago
Mazzei Maria Grazia, Direttore Scolastico, candidata al Consiglio della Regione Toscana
Pacini Cecilia, Presidente di Italia Nostra Arcipelago
Rosso Franca, Presidente Confcommercio dell’Isola d’Elba
La cosa che le lega e le avvicina, almeno per quanto ci capisco, è l’amore profondo, pulito, incantato ma non tonto, per quest’isola oltre che, immagino, per coloro che ci abitano o la frequentano. Un amore che si manifesta, femminilmente, nelle cose sensate da fare ogni giorno più che nella grande cosa da fare una volta per tutte. Di folli, maschi progetti fortunatamente irrealizzati o palesemente irrealizzabili, figli della sindrome del ponte di Messina, l’isola è piena. Dai megaporti turistici con eccitante contorno di villette e villozze, alla chimera elettorale della zona franca, al raddoppio degli abitanti vagheggiato a suo tempo dal pluri-ex, senza andare a ricordare gli sbarellati che sognavano megastrutture camionabili dal Cavo a Piombino o canali navigabili che tagliassero l’isola. Nel frattempo le strade vere vanno lentamente in pezzi, l’ospedale ci viene con discrezione scippato in cambio di passaggi in elicottero, qualcuno chiude gli accessi alle spiagge e se ne impadronisce mentre altri, malati della stessa presunzione, smerdano quello che hanno intorno, abbandonando cessi e inerti, elettrodomestici e mobilia inservibile, elettronica e batterie.
Non riusciamo, da vent’anni a fare un canile, non dico un sistema di recupero e smaltimento dei rifiuti che funzioni correttamente, dico un canile. Un Preside eccellente stava per essere rimosso a causa di tortuosi problemi burocratici: soli, le mamme e gli studenti hanno impedito l’idiozia. Abbiamo costruito dove non andava fatto prefabbricando ruderi, come giocando con i mattoncini lego. Con imperdonabile dabbenaggine non abbiamo battuto ciglio quando ci hanno sfilato i vitali trasporti marittimi. Toremar era di tutti, ora è di uno, lo stesso che ha anche l’altra. Questi solo alcuni dei più o meno recenti capolavori realizzati o subìti dagli (im)potenti tromboni (senza offesa ai musicisti) locali.
Proviamo a farli un po’ riposare, magari si ripigliano. Nella pausa facciamo posto alle donne, chissà che qualcosa, ci va bene anche poco per volta, non riescano a sistemarla.
Anna, Maria, Cecilia, Franca, si potrebbero definire un poker. Mandiamo Maria Grazia Mazzei in Consiglio Regionale, dichiariamo il colore.
la mitila ignota