L’altro giorno vagava per il posteggio dell’Enfola una signora di mezza età che, pur atteggiandosi a glamour, aveva le indubbie sembianze (e movenze) di un’oca giuliva.
Scrutava ripetutamente il mare di qua e di là, lato sud e lato nord, alla spasmodica ricerca di chissà quali orizzonti.
Io ed un amico che era lì con me la osserviamo divertiti, impossibile non farlo.
Lei ci nota, ci punta, ci viene incontro.
“Ahi mamma!” esclama lui.
“O bono, o bono” gli rispondo sottovoce io, mentre lei si avvicina.
Arrivata a tiro, la tizia mostra il suo volto per quello che è, in tutto il suop splendore
E’ tutta rifatta che descriverla è un lavorone, più che altro sembra un chewing-gum biascicato da mezz’ora.
Per disperazione ci pone il dilemma che la tormenta: “SSSSSScusate - si incanta all’inizio sulla S e gli parte un fischio sibilante, probabile effetto collaterale del botox - è tutta qui la spiaggia dell’Enfola?”
Le due (poco oxfordiane) risposte d’ordinanza:
a) “e cosa cazzo t’aspettavi?”
b) a gomiti larghi e mani rivolte all’ingiù “no, c’è anche 'sta cippa di minchia”
rimangono strozzate in gola per educazione, ci guardiamo in faccia basiti e facciamo spallucce, muti come pesci.
Per la verità siamo anche un po’ imbarazzati, ci pensa lei a rompere il ghiaccio interpretando, giustamente, il nostro atteggiamento come un silenzio-assenso, e tuona così, scazzifottita: “PIC-CI-CI-CI-NINA”.
Si inceppa ancora, stavolta sulla C, poveretta.
Preso atto della sconvolgente scoperta, milady si avvicina inviperita al finestrino di un suvvone nero targato MI, con al volante un mostriciattolo, un paffuto ometto a petto nudo, sudato e peloso a tutta randa (verosimilmente il suo compagno): i due confabulano, elaborano, sommariamente decidono.
Dopo di che lei, rivolgendosi a noi, con ostentata strafottenza spara il verdetto “allora (con la r moscia) ce ne andiamo a SCIAN SCIONE”.
Intendeva Sansone, boia com’è messa male.
Ma è terribilmente fulminea, con un balzo felino porta a bordo del suvvone le sue chiappe, lui altrettanto fulmineamente sgassa - mossa azzardata, considerato l’affollamento che c’era - e tanti saluti.
Peccato, c’era tornata la voce a tutti e due.
Coerenti all’educazione, gli avremmo detto questo:
“Ottima scelta signori. Occhio però, ad un certo punto troverete una zona transennata o fettucciata. Si tratta di un tratto di spiaggia interdetto, poco tempo fa vi è caduto un grosso masso e qualcuno se l’è vista brutta”.
Invece no, siamo rimasti con un palmo di naso.
Stai a vedere che i bauscia hanno scambiato quella zona per il privé dei vip al quale loro, con l’universale passe-partout, ovviamente potevano accedere.
E magari sono stati fermati dai bagnanti mentre davano sfogo al proprio intelletto (artistico s’intende) attraverso un’attività, a quei livelli di mondanità lì, decisamente cool: scolpire la parete rocciosa sovrastante.
Friabile sì, ma vuoi mettere la soddisfazione…. che diversivo chic…… qualsiasi troiaiata partorita poi avrebbe potenzialmente - anzi no, perfettamente - raffigurato i due.
Ed anche se non abbiamo esternato nulla, mai, un sentimento comune germogliò tanto spontaneo.
Benedetto il giorno in cui prenderete il là per la (vostra) Madunina, da punta della (nostra) Madonnina in poi sulla scia del BA-BA-BA-GLIONI.
Forse la provvidenza divina ci ha già accontentato o forse ancora no, non lo sapremo mai.
Seconda Secca