Non è questa una di quelle sere in cui scherzare, giocare, viene naturale se non altro perchè si sta stendendo l'ultimo articolo di un giornale che è sempre numero dopo numero una creatura diversa, di cui si è più o meno contenti, ma che quando va in rete è "cosa fatta, capo ha".
Nessuna battuta di spirito può prendere corpo dopo aver scritto per tre giorni di fila storie di profonda crudeltà, in una settimana orrenda nella quale tradito forse dall'esuberanza della sua moto un ragazzo di 30 anni si sfracella in una scarpata, una settimana nella quale tradito da una senso di ingiustizia che riteneva patita, tradito da un non elaborato lutto per la perdita di un figlio, un mite uomo si improvvisa giudice e boia spengendo altre due vite, una settimana in cui, tradita forse dalla stanchezza di una giornata di lavoro, una bimba di ventuno anni ha lasciato la via di casa per prendere quella del più profondo buio, cessando di vivere nella più crudele delle solitudini, ai margini di una vita ancora tutta da vivere che non sarà mai vissuta.
Una settimana in cui si deve fare appello al mestiere per raccontare quello che è successo senza che ciò che si scrive non appaia banale, scontato, irriverente e cinico.
Non è vero neanche un po' che "muor giovane colui che al cielo è caro", chi muore giovane subisce la peggiore delle ingiustizie e getta nella più cupa disperazione chi resta chi è costretto a forzare la legge della natura a sopravvivere al proprio figlio. Una disperazione che nessuna attestazione di cordoglio può lenire, nessun articolo può mutare. Esponiamo allora questo A Sciambere a mezz'asta.
Nessuna battuta di spirito può prendere corpo dopo aver scritto per tre giorni di fila storie di profonda crudeltà, in una settimana orrenda nella quale tradito forse dall'esuberanza della sua moto un ragazzo di 30 anni si sfracella in una scarpata, una settimana nella quale tradito da una senso di ingiustizia che riteneva patita, tradito da un non elaborato lutto per la perdita di un figlio, un mite uomo si improvvisa giudice e boia spengendo altre due vite, una settimana in cui, tradita forse dalla stanchezza di una giornata di lavoro, una bimba di ventuno anni ha lasciato la via di casa per prendere quella del più profondo buio, cessando di vivere nella più crudele delle solitudini, ai margini di una vita ancora tutta da vivere che non sarà mai vissuta.
Una settimana in cui si deve fare appello al mestiere per raccontare quello che è successo senza che ciò che si scrive non appaia banale, scontato, irriverente e cinico.
Non è vero neanche un po' che "muor giovane colui che al cielo è caro", chi muore giovane subisce la peggiore delle ingiustizie e getta nella più cupa disperazione chi resta chi è costretto a forzare la legge della natura a sopravvivere al proprio figlio. Una disperazione che nessuna attestazione di cordoglio può lenire, nessun articolo può mutare. Esponiamo allora questo A Sciambere a mezz'asta.