Ho incontrato Angela e Mario a La Terra, nei pressi dei resti dell'antico paese di Pedemonte - distrutto nel Cinquecento dalle incursioni di Dragut - lungo la mulattiera che, fino ad una sessantina di anni fa, era la via che seguivano gli abitanti di Pomonte e Chiessi per andare a Marciana. Portavano due sacchetti di immondizie, raccolte dalle parti del Bollero: i resti di un picnic consumato all'ombra dei castagni e lì "dimenticati".
La mulattiera domina le valli e le scogliere, incise nel granito del Capanne, di S. Andrea, della Zanca, di Patresi e Colle d'Orano. I paesaggi sono magici, i colori - del mare e del granito, della macchia, dei castagneti e delle leccete, dei maestosi ontani, delle grandi felci, dei vigneti terrazzati che ancora resistono ai tempi -, risplendono nella trasparenza del cielo settembrino dove non è raro assistere al volo di falchetti e poiane. Lo sguardo si dilata: abbraccia la Corsica e l'Arcipelago, dalla Gorgona al Giglio.
La via è segnata da una storia che dura dai tempi etruschi e romani e sfuma nei suggestivi ed incerti sentieri delle migrazioni della cultura torreana dalla Corsica e dalla Sardegna nel bronzo finale, e nei navigli fenici e greci che all'inizio del Primo millennio AC, portarono all'Elba la metallurgia del ferro.
Dalla Fortezza medievale di Marciana si sale alla Madonna del Monte, lungo la scalinata che segna la religiosità dei luoghi. L'aquila, scolpita dal vento e dall'acqua nel granito, annuncia i ricordi napoleonici. Poco dopo Serra Ventosa con i caprili di Oreste, l'ultimo pastore di Marciana, dai quali si irradiano i sentieri del "Raggio verde" e il cammino dell'ortoclasio verso le scogliere di Sant'Andrea; e poi i selciati che portano a San Frediano, ai ricordi delle Grandi Guerre del Semaforo, ai resti delle Chiese romaniche di San Bartolomeo e San Biagio, e agli insediamenti megalitici de Le Mure.
Il bello e la magia, della natura, della storia e delle tradizioni, parlano alla sensibilità di ogni essere umano ; ed è stato detto che la capacità di intendere e capire gli elementi profondi di cui essi si alimentano è uno dei cardini dello stesso vivere civile. Tutto si spegne se si lascia spazio a brutture- anche a due plastiche e quattro lattine buttate nella macchia-, poichè si rischia di assuefarci al brutto ed al degrado perdendo lentamente i valori della civiltà e del vivere comune. Di questo e altro mi parlavano Angela e Mario. Chissà se coloro che hanno "dimenticato" plastiche e lattine alla fonte del Bollero, la prossima volta "vedranno" e "sentiranno" tutto questo.
Beppe Tanelli