Scesi dalle fortezze, adesso sarete stanchi ed assetati! Quale posto migliore per riposare le gambe e rinfrescare le fauci se non il Grigolo?
Percorriamo via Guerrazzi e incamminiamoci verso la nostra meta. Arrivati all'entrata troviamo subito un cartello molto singolare, che preannuncia l'atmosfera di diligenza e ordine che troveremo all'interno:
i cani non possono entrare al Grigolo. "Perchè mai? - si chiede un'ingenua turista alla vista del divieto - non sanno che basta portare con se paletta e sacchettino per risolvere i problemi di "deposito solido" di escrementi canini?"
No, non si tratta di questo ovviamente: i cani sono molto maleducati oggigiorno: fumano e buttano per terra i mozziconi, urlano bestemmiando (soprattutto i cuccioli), si drogano: insomma, infastidiscono la gente!
Ma basta polemiche, non possiamo certo fermarci all'entrata! Il cancello principale e l'ingresso del parco sono separati da una manciata di metri di tunnel, teatro ormai di una interessantissima battaglia all'ultimo graffito:
in tanti si cimentano nell'ardua impresa: dare il bianco alle pareti e mantenerle di quel colore almeno per qualche giorno. Ma i graffitari, i nobili paladini della bomboletta spray, ormai hanno l'olfatto fino e, avvertito l'odore della vernice, subito si precipitano a riempire con le loro filosofiche e importanti scritte le immacolate pareti, personali lavagne bell'e pronte.
Oltrepassati i metri di tunnel torniamo all'aria aperta. Ci lasciamo il bar alle nostre spalle e subito notiamo diverse cose interessanti:
la prima è sicuramente questo gruppo di sedie diversamente integre nei pressi dei bidoni, apparse come per magia dopo il primo giorno di scuola. Dovete sapere infatti che proprio sopra il Grigolo si trova il Liceo di Portoferraio e tra i ragazzi che lo frequentano ce ne sono alcuni che, notando l'eccessiva presenza di sedie al bar sottostante la loro scuola, mossi da compassione hanno deciso di aiutare il proprietario troncandogliene qualcuna per ripristinare il giusto equilibrio tra piazzetta e tavolini. Che ragazzi giudiziosi!
Più avanti invece possiamo notare un'immensa opera di modernizzazione delle secolari mura medicee:
le mura ricche di storia infatti sono state messe al passo con i tempi grazie al coordinamento dei maestri del graffito citati in precedenza, rendendole sicuramente molto più interessanti con i loro preziosissimi interventi, che hanno permesso a queste pareti di scrollarsi di dosso quella patina di vecchiume accumulata con i secoli.
I ragazzi del Liceo, e non solo loro, sono molto fortunati, come potete vedere hanno anche un campo da basket! Si tratta però di una variante molto speciale:
notiamo subito che manca un canestro: non si tratta di vandalismo badate bene, è cosa voluta! Questa pallacanestro alternativa prevede infatti che la squadra che gioca difendendo il "cesto" correttamente posizionato debba andare in cerca del canestro scomparso per mettere a segno i propri punti. Sport certo non per i deboli di fiato e di muscoli dato che il canestro è sapientemente nascosto e potrebbe trovarsi dovunque, persino fuori dal Grigolo!
Ovviamente a metà partita le squadre cambiano campo e sta agli altri attivarsi per la ricerca.
Il Grigolo non rimane mai indietro e quest'affermazione trova ulteriore conferma se guardate in quell'angolo del sottoscala:
ultimamente infatti si è attivata una speciale campagna di smaltimento di piccoli rifiuti fai da te proprio nei pressi del Grigolo: si prende ciò che c'è da smaltire e li si da fuoco seduta stante, proprio in quell'angolo. Un metodo nuovo, sicuro, pulito ed ecologico per affrontare il problema nettezza urbana, che ha l'ulteriore pregio di diffondere nell'ambiente piacevoli aromi, come quello di plastica bruciata.
Ci avviciniamo adesso a visitare la parte del Grigolo più distante dal bar, senza però scordarsi di fermarsi e riflettere sulle preziose massime, lasciate dalle incredibili menti che frequentano il posto, sui pilastrini che reggono l'inferriata. Chiedo ai turisti del mio gruppo qualche minuto di raccoglimento.
Percorriamo la passeggiata che ci porterà alla parte più estrema di questa zona. Mentre cammino sento il gruppo dietro di me che vocifera con tono sommesso guardando tutti nella medesima direzione:
Un bel pezzo di tubo dello scarico fognario si trova arenato sulla spiaggia, marcio e maleodorante. Spiego subito a tutti che non bisogna preoccuparci, sono solo tubi birbanti che ogni tanto scappano dalle loro postazioni per farsi un giretto in paese oppure per godersi un po' di relax sulla battigia. Si sa, qui al Grigolo le cose prendono vita!
Ha preso vita anche quella povera panchina, ma l'ha subito persa di nuovo: forse a causa dei bagordi della sera precedente, piena di alcol nelle assi ha barcollato tra gli scogli ed è caduta in mare affogando, vedete? Spunta una zampa dalla superficie dell'acqua.
Nel mentre che i miei turisti sono impegnati ad interrogarsi sulla panchina annacquata, noto un particolare nelle mura: non posso crederci, lo hanno fatto di nuovo!
A questa mia esclamazione l'attenzione sulla panchina alcolizzata scema all'improvviso e i miei compagni di viaggio rimangono perplessi:
tra le pietre delle venerande pareti si nota un buco, una pietra mancante. Spiego subito che si tratta di ragazzini, buontemponi che si divertono a smontare e rimontare le pietre come fossero piccoli pezzetti di Lego, niente di preoccupante insomma: da qualche parte dovra pur essere finito quel masso!
Il capolinea della passeggiata è il modernissimo depuratore di Portoferraio:
qui le acque sporche si riuniscono per decantare, esser depurate e rispedite in mare, nella zona di ingresso al golfo. Siccome è risaputo che i portoferraiesi sono persone solidali, i frequentatori delle spiagge delle Viste e delle Ghiaie volevano far qualcosa per far sì che i liquami (non tanto) depurati non finissero solo nel versante del porto, ma anche verso di loro.
A rompere gli indugi ci ha pensato Elba Ferries, che con la sua motonave e il suo motore idrojet durante il passaggio nei pressi del Grigolo riesce a muovere talmente tanta acqua che i liquami riescono a raggiungere il versante ardentemente desideroso di accogliere acque (poco) trattate: al passaggio della nave gialla infatti è possibile sentire, dopo un po', nell'aria limitrofa alle spiagge prima citate un dolce e delicato olezzo del caratteristico "bottino".
Visitato il luogo, adesso possiamo finalmente tornare al bar per gustarci una bibita fresca. Anche da seduti al bar il Grigolo non smette di attirare la nostra attenzione:
alla vista del cartello. i più si chiedono il perchè della sua presenza: si può chiaramente vedere che la spiaggia è tenuta in una stato di perfetto ordine e pulizia.
Finita la pausa ristoro, usciamo dal Grigolo e prepariamo la nostra prossima uscita: chissà quale altro magnifico e curatissimo luogo vorrano visitare i miei turisti!
Ps.
Prima di voltare le spalle definitivamente al Grigolo, uno del mio gruppo ha trovato il canestro!
Ringrazio con calore Gilberto Zacchè per avermi accompagnato e mostrato tutte le "bellezze" del Grigolo