LE CIPOLLE DEL SINDACO CIUMEI
- Dove vai?
- son cipolle.
- quanto le fai?
- vado a Campiglia.
Di tal genere, se non tali appunto, sono i dialoghi con Ciumei. E anche quelli con Zecchini.
GLI SPRECHI DENUNCIATI DA PAOLO DI PIRRO
Guardiamo come il sindaco ha risposto al capogruppo dell’opposizione Paolo Di Pirro, che su Elbareport ha presentato un elenco dettagliato di sprechi del denaro che appartiene ai cittadini di Marciana Marina.
Di Pirro ha segnalato tre tipi di sprechi. Opere che sono del tutto inutili. Opere che potrebbero essere utili, ma che restano, di fatto, inutilizzabili perché incomplete o perché prive di manutenzione. Spese dettate dalla megalomania degli amministratori.
Nel suo scritto su Elbareport, Paolo Di Pirro ha indicato per ciascuna di queste opere anche l’entità della spesa.
UNA FERRARI SENZA IL VOLANTE
Prezioso fiore all’occhiello del Ciumei - uomo sempre al passo col progresso - sono i famosi lampioni tecnologici, con collegamento a Internet. Ma si sa, in questo mondo non c’è nulla di perfetto, e anche i lampioni tecnologici del Ciumei hanno un piccolo difetto: non hanno mai funzionato.
Perché? La spiegazione è semplice: il codice di accesso a Internet indirizza a un sito che è perennemente “in costruzione”.
Insomma fumo, molto fumo. Ma nessun arrosto. Uno spot pubblicitario, che è costato caro ai cittadini e che non serve a niente. Sarebbe come se uno comprasse una Ferrari, ma senza il volante.
Una Ferrari color rosso fiammante. Splendida. Che però non cammina.
Ma anche l’illuminazione a pettine non fa luce. E la pista ciclabile (il cui costo è destinato ad aumentare) ha un tracciato non conforme al Codice della strada.
Per arredare la nuova sede del Comune si prevede una spesa enorme: 200.000 euro.
La piscina - scoperta - è costata più di 1 milione di euro, ma per dotarla di un elevatore per disabili, è stato necessario il contributo di privati; e restano insoluti i problemi della gestione.
INFILTRAZIONI DI ACQUA PIOVANA
La spesa per il polo scolastico supera i due milioni di euro, ma i soffitti sono cadenti e presentano infiltrazioni di acqua piovana. Di Pirro - che è un ingegnere - si domanda se è garantita la sicurezza. Insomma i genitori possono stare tranquilli per l’incolumità dei loro figli?
È pericoloso scherzare con la sicurezza nelle scuole. Negli anni ’60 a Portoferraio fu costruito in viale Elba un nuovo edificio scolastico: pochi anni dopo, crollò un solaio. Per tutta la mattina, circa quaranta studenti erano rimasti nelle loro aule, al di sopra e al di sotto di quel solaio. Quando avvenne il crollo, le lezioni erano terminate da pochi minuti e gli studenti erano appena usciti, e così l’Elba non entrò nel guinness dei primati per il maggior disastro scolastico della storia nazionale.
La Regione non ha riconosciuto come giustificate le spese disposte dal Comune per il rafforzamento del muraglione a mare del fosso di San Giovanni e per il ripascimento della spiaggia: perciò quelle spese graveranno sul bilancio comunale. Altre iniziative molto dispendiose e di assai dubbia utilità sono le progettazioni portuali e i piani del colore.
La conclusione a cui giunge il consigliere Di Pirro è che la mancanza di rispetto per le finanze pubbliche è scandalosa. Di Pirro osserva che il sindaco Ciumei si è anche vantato di non aver aumentato le tasse comunali: in realtà molte aliquote applicate dal Comune non potevano essere aumentate ancora, perché sono già al massimo consentito. Dunque la minoranza contesta - con dati precisi - la gestione sconsiderata del denaro preso dalle tasche dei cittadini.
DUE RIGHE SU FACEBOOK
Quali spiegazioni fornisce il sindaco ai cittadini che pagano le tasse e che gli pagano lo stipendio?
Ciumei se la cava con due righe su Facebook, in cui scrive che il capogruppo dell’opposizione è un “omino” che farebbe meglio a tacere. E non aggiunge altro.
Che dice Ciumei delle infiltrazioni di pioggia nell’intonaco delle aule scolastiche? Niente.
Che dice Ciumei dei lampioni tecnologici messi lì per figura? Niente.
Che dice delle altre opere che non funzionano o funzionano male? Niente.
Non si preoccupa dell’incolumità degli scolari. Gli preme molto, invece, che nella nuova sede municipale le poltrone dello studio del sindaco siano rivestite di pelle umana, come nei film di Fantozzi.
Per lui è normale rispondere alle critiche facendo spallucce e lanciando un soprannome beffardo o una battuta di spirito.
Come risponderà a Di Pirro, che in un nuovo articolo su Elbareport gli contesta altre decisioni sbagliate e situazioni di degrado, di abbandono, di manutenzione gravemente carente?
Si spremerà le meningi e poi lancerà un nuovo soprannome su Facebook. In questo momento la spiritosaggine più ridanciana potrebbe essere “abatino numero 3”.
È convinto di risolvere i problemi concreti del paese con le chiacchiere e le battute di spirito.
LO SCONVOLGIMENTO DEL LUNGOMARE
Io avevo criticato il progetto del porto, che sconvolge l’aspetto del lungomare del paese con nuovi moli, nuovi edifici, imbonimenti, cementificazione della spiaggia.
In Italia esistono sindaci per i quali il futuro sta nel cemento: sindaci che progettano il disastro.
A Marciana Marina non serve pasticciare e impiastrare in mare e sulla spiaggia, per poche barche in più nei primi quindici giorni di agosto. Questo paese dispone di una sola risorsa: la bellezza dell’ambiente. Non ha senso deturpare il paesaggio - in cui il lungomare è l’elemento preminente - per ottenere un modesto aumento del numero delle presenze nel breve periodo di massima affluenza degli ospiti. Si dovrebbe cercare piuttosto di estendere la durata della stagione turistica e di rendere il paese più gradevole riqualificando tutti i vari aspetti dell’arredo urbano.
Insomma per amministrare il paese occorre saper immaginare uno sviluppo equilibrato, sostenibile. Un uso rapace e forsennato del territorio preclude ai giovani il loro futuro. Nel paragrafo 44 dell’enciclica Laudato si’, papa Francesco scrive che gli uomini non devono vivere sempre più sommersi da cemento, asfalto, vetri e metalli, e non devono essere privati del contatto fisico con la natura.
Chi dalle grandi città si trasferisce in questa isola, per trascorrere un periodo di vacanza, non cerca altro asfalto, altro cemento, altra confusione.
Ma Ciumei non vuole che si discuta di questi temi. Mi ha risposto che io - mosso da “genuina cattiveria” - avevo inventato un “cumulo di falsità”, perché nei progetti del porto “non si leggono né si vedono rappresentati interventi di cementificazione delle spiagge”.
Addirittura mi ha sfidato a leggere una lunga serie di tavole, relazioni e norme tecniche: la Tav. 2P-lungomare e PR-schede… le Tavole QC-01 e QC-02, la Schedatura..., la Tavola QC05…, la Relazione Tecnica…, le Norme tecniche di Attuazione…
Evidentemente pensava di confondere le idee dei lettori con sigle, acronimi e nomi astrusi.
Ho replicato che io non avevo inventato niente. Mi ero limitato a riassumere le argomentazioni espresse su Internet da Manrico Murzi, da Pasquale Berti, da Paolo Di Pirro e dall’opposizione consiliare, da Legambiente, dai partiti della sinistra.
UNA SCENA PIETOSA
Inoltre ho segnalato un particolare molto divertente, nello stesso sito Internet del Comune si annuncia la costruzione di alcune terrazze sulla spiaggia. E tutti capiscono (forse perfino il Ciumei ?) che, per costruire le terrazze sulla spiaggia, occorre usare il cemento.
Dunque il sindaco ha detto una grossa bugia.
È veramente una scena pietosa che il sindaco mi sfidi a leggere il sito Internet del Comune e che il sito Internet del Comune gli dia del bugiardo.
Infine ho chiesto al sindaco di rendere pubblici i documenti della Regione sul progetto del porto e di spiegare perché la pratica, dopo un anno, si è arenata a Firenze.
LA RISPOSTA DEL CIUMEI
Questo è il testo completo della risposta del Ciumei:
ll Berti, che oramai va a ruota libera, mi dipinge con un tal numero di aggettivi da arricchire il dizionario dei sinonimi (peggiore, arrogante, presuntuoso, intollerante, totalitarista, imbranato, maleducato... e chi più ne ha più ne metta). Insomma, un vero e proprio diavolo. Prima di me aveva trovato un altro diavolo nel Prof. Zecchini, attribuendogli colloqui con i morti e sedute spiritiche. Mah... Prendiamo atto che il Berti, da vecchio, sta mettendo in atto la sua esperienza di abatino numero due.
Tutto qui.
Che dice Ciumei del porto? Niente.
Che dice della sfida a leggere il sito Internet del Comune? Niente.
Che dice del progetto bloccato in Regione? Niente.
Dunque soltanto Bla Bla Bla.
Complimenti.
Ciumei segue sempre lo stesso cliché: una battutina; un soprannome; una provocazione; un sospiro dolente perché i suoi interlocutori parlano troppo e così lo distraggono, mentre lui regge saldamente il timone della barca comunale.
Nocchiero il duce dalla salda mano.
Non affronta mai i problemi nel merito: sta bene attento a non lasciarsi stanare.
Ma noi non ci stancheremo finché non lo avremo stanato. Non ci interessano le chiacchiere: vogliamo assicurazioni sullo stato degli intonaci delle scuole. Vogliamo sapere a che servono i lampioni tecnologici…
PERÒ NON PARLA PIÙ DI GUTTALAX
Comunque mi congratulo con lui perché ha rinunciato a usare ancòra l’argomento del Guttalax, che lo aveva molto screditato.
Ciumei - che aveva definito il mio scritto un “cumulo di falsità”, e che aveva parlato della mia “genuina cattiveria” come effetto di patologie mentali - si lamenta che io avrei usato parole offensive. Perciò voglio esporre alcune precisazioni.
Io non uso il sostantivo “totalitarista”, che molti dizionari (per esempio, quello di Tullio De Mauro) nemmeno riportano: per altri è una parola desueta.
La frase “sindaco peggiore dal dopoguerra” - che compare in un titolo - riassume perfettamente il mio pensiero, ma non è opera mia: è noto che i titoli nei giornali non sono sempre composti da chi ha scritto il pezzo. Anche l’indovinatissimo titolo “Zecchineide” è opera della redazione.
La definizione di “intollerante” se l’è data da solo. Infatti Ciumei aveva scritto che le mie critiche alla cementificazione della spiaggia sono “intollerabili espressioni”. Sulla falsariga del famoso epitaffio di Monsieur de La Palisse, è facile dire che chi non tollera è intollerante.
Questo sindaco liberale del Guttalax protesta perché ho definito politicamente arrogante, presuntuoso e maleducato il suo atteggiamento verso di me e verso il capogruppo dell’opposizione. Sopra ho ricordato la risposta che ha dato al consigliere dell’opposizione (omino che deve tacere). Per quella risposta a Di Pirro e per la battuta sul Guttalax riservata a me gli aggettivi arrogante, presuntuoso e maleducato mi sembrano eufemismi molto edulcorati.
Ciumei, sindaco del Guttalax, pretende forse di atteggiarsi a vittima? Ci vuol coraggio.
Che lui sia il “diavolo”, no: non l’ho mai pensato. Buono e cattivo non sono categorie che utilizzo per inquadrare i rapporti politici: si tratta di categorie trogloditiche, che le persone civili rifiutano. Piuttosto è stato Ciumei a parlare della mia “genuina cattiveria”: e il diavolo è appunto l’ipostatizzazione o personificazione di quella che i filosofi chiamano “intensione” della cattiveria. Ma questa spiegazione è difficile e credo proprio che non capirà.
SEDUTE SPIRITICHE E ASINI CHE VOLANO
È risibile l’affermazione di Ciumei che io abbia dato la notizia che Zecchini partecipi a sedute spiritiche e parli con i morti. Stento a credere che anche in questo caso Ciumei non abbia capito il senso delle mie parole.
Ho soltanto osservato che il prof. Ambrosini era già morto a gennaio e che perciò era impensabile che, dieci mesi dopo i funerali, Zecchini gli riferisse la mancanza della famosa “i”. A meno che non lo avesse incontrato nel corso di una seduta spiritica.
Alcuni (non io!) credono che si possa conversare con i defunti attraverso le sedute spiritiche. Ma le sedute spiritiche sono o un gioco o un imbroglio. Dunque col riferimento alle sedute spiritiche non volevo dare una notizia, ma affermare che il colloquio col defunto Ambrosini era assolutamente impossibile. Però il vispo Ciumei non è riuscito a capire.
Se io dicessi che l’esistenza dell’etrusco re Marcinna è credibile quanto un asino che vola, Ciumei capirebbe che io credo che gli asini volano.
Ciumei non sa che il linguaggio ironico procede per paradossi. Evidentemente egli si sente più a suo agio con strutture linguistiche del tipo: “Io Tarzan… tu Jane…” e relativi grugniti.
Bisogna riconoscere che in politica è vera la famosa osservazione di Zecchini che “non si può pretendere più di tanto da chi ha fondato la propria stratigrafia culturale su abbeveramenti unidirezionali”.
IMBRANATO
Mi rimane da spiegare l’aggettivo “imbranato”.
Nel libro e anche nelle repliche, Zecchini ha criticato pesantemente l’apertura del fornice portoferraiese di Porta a Terra. Inoltre ha sostenuto che il progetto del sindaco Peria per un nuovo “fronte mare” a Portoferraio equivaleva a un watercloset e a una latrina.
Io ho replicato che a Marciana Marina Zecchini aveva taciuto sull’apertura di una nuova porta e di diverse finestre nei muri della Torre e che sembrava favorevole allo sconvolgimento del lungomare con nuovi moli e pennelli e con la cementificazione della spiaggia.
Ciumei è intervenuto con molta baldanza, annunciando che era suo “ineludibile dovere” querelarmi per lesa onorabilità del Comune. Perché criticare un progetto del sindaco è un reato.
Un annuncio ridicolo.
E mi ha sfidato a leggere i documenti, dove ho trovato le prove che il sindaco mentiva.
PREFERISCE IMBRANATO O TAFAZZI?
Come si può definire un sindaco che - con grande prosopopea - sfida a leggere documenti che gli dànno torto?
Si può definire un amministratore competente e ben documentato?
A me sembra di no. Imbranato è appunto l’amministratore che non conosce le carte, che non sa di cosa sta parlando, che si dà la zappa sui piedi da solo.
Ciumei - emulo di Tafazzi - si è dato la zappa sui piedi da solo.
Mi guardo bene dall’esprimere giudizi (che non mi competono) sulle qualità di Ciumei come cittadino privato. Ma sul Ciumei come sindaco, che mi sfida a leggere la documentazione del piano del porto, dove emergono le prove delle sue bugie, io sono molto perplesso.
Forse la sfida che mi ha lanciato era soltanto un bluff: un tentativo di raggirarmi come era già capitato all’ammiraglio Murzi.
Speriamo di sì. In questo caso potremmo archiviare la sfida come una ridicola furbata che è fallita.
Ma se invece il sindaco era convinto che le sue affermazioni sul cemento fossero vere, c’è da preoccuparsi. Viene in mente il caso dello smemorato di Collegno.
CIUMEI E BERLUSCONI SI CREDONO ETERNI
Sul soprannome di “abatino” mi riprometto di tornare in uno spazio adeguato. Aggiungo invece qualche parola sulla mia età.
Ciumei sottolinea che sono vecchio, pensando di offendermi.
È vero: all’inizio del mese prossimo compirò settantacinque anni, quattro meno di Berlusconi, due più di Zecchini. Ma la parola vecchio non mi offende. Devo malinconicamente constatare che quelli che non sono riusciti a invecchiare, se ne sono andati “anzi tempo”.
Gli anni passano veloci, molto veloci per tutti. Passano per Berlusconi, che andava dicendo in televisione che lui e don Verzé (il prete manager, fondatore del San Raffaele) avrebbero raggiunto i 130 anni, grazie a una specie di elisir di lunga vita: ma intanto per don Verzé l’elisir non ha funzionato.
E gli anni passano per Ciumei, che è nato nel 1971 e che da tempo ha cessato di frequentare l’asilo infantile.
Ricompaiono nella mia memoria i volti dei miei amici di gioventù che se ne sono andati, alcuni molto giovani. E se n’è andato anche qualche figlio dei miei amici e qualche mio ex-alunno. Per tutti - Ciumei compreso - la vita ha anche questo aspetto.
Un aspetto che è nella natura delle cose e che io accetto con serenità. E anche (pensando alla scommessa di Pascal) con un po’ di curiosità.
Cursum consummavi, fidem servavi: la mia corsa presto (fra qualche anno) giungerà al termine.
Ma il sindaco dovrebbe sapere che non è l’anagrafe che decide se qualcuno è un pallone gonfiato e se qualcun altro è un pugile suonato. In giro ci sono non pochi giovani e sedicenti giovani che sono insieme palloni gonfiati e pugili suonati.
Ciumei non arriva a capire che ironizzare sulla vecchiaia degli altri è di cattivo gusto: specialmente quando è evidente a tutti che il ricorso a questo argomento della vecchiaia è un tentativo maldestro di mascherare la propria vistosa incapacità di rispondere con argomenti più razionali.
Nel gergo sportivo si parla di tentativi di buttare in fallo. Per i logici, è la fallacia dell’argumentum ad personam.
Un politico furbo (come Ciumei crede di essere) dovrebbe quantomeno considerare che oggi in Italia molti elettori sono vecchi e che i vecchi sono permalosi.
Gian Piero Berti