Il tour continua le sue visite guidate nei posti più caratteristici della città di Cosimo, e stavolta si ferma alla Linguella, dove, nel primo secolo avanti Cristo, sorse una villa romana, che si dice accolse poi Publio Aclio Attiano, il prefetto del pretorio dell'imperatore Adriano.
Guardando alla storia più recente, nella Torre del Martello (adiacente alla villa) fu incarcerato, nel 1878, l'anarchico lucano Giovanni Passannante, che attentò alla vita del Re d'Italia con un coltellino.
Nel 1933 invece fu Sandro Pertini (in attesa di essere processato per oltraggio ad una guardia carceraria di Pianosa) ad essere recluso nel contiguo edificio, detto dei Magazzini del Sale, dove è ora alloggiato il Museo Civico Archeologico.
Ma passiamo subito alla visita, che inizia con uno dei pezzi forti del luogo: la zona dei mosaici.
Qui i pavimenti antichissimi sono coperti in parte da una mistura di fanghiglia e pietrisco, da cui sarebbe bene fossero nettati, ma in realtà il loro degrado è determinato dal periodico essere coperti dall'acqua per poi seccare, determinato dalle maree. Sentiti gli archeologi, ci potrebbero essere due soluzioni: o rimuovere il brano scavato per trasportarlo nel vicino museo, oppure (anche se a un profano può apparire paradossale) tenerlo a vista ma coperto costantemente da uno strato di acqua che fungerebbe da protezione. In entrambi casi occorrerebbe comunque compiere un delicato lavoro e quindi anche la volontà amministrativa di commissionarlo, ragione per la quale ... speriamo nella buona sorte.
Dirigiamoci a sinistra della Torre, in una delle zone più panoramiche e suggestive.
Prima di incontrare il bellissimo paesaggio del golfo, i nostri occhi inciampano su una immensa boa da ancoraggio marcia e arrugginita, incastrata tra mare, cielo e terra da alcuni decenni, e guarnita dai pezzi di vari vasi fracassati e ramaglie di ogni tipo.
Torniamo indietro e costeggiamo le bellissime fioriere, rigogliose e curatissime come testimoniano le immagini.
siamo adesso proprio di fronte alla Torre: nella sua maestosità la costruzione ci appare però assieme a due enormi gabbie arrugginite (l'ossido fa evidentemente sempre tendenza all'interno del compendio mediceo)
La prima cosa che salta all'occhio è sicuramente il "perfetto" stato di manutenzione dell'edificio e delle mura:
Dalla struttura fa capolino, in diversi punti, l'armatura della Torre, "assottigliata" dalle spallate del tempo e dai morsi della salsedine, in un'incredibile fusione di colori tra calcinacci penzolanti e i ferri arrugginiti
Procediamo a destra della Torre per salire le scale per ammirare la Darsena e la Centro Storico della città dalla cima delle mura, dopo aver superato una enorme frattura della parete che corre dalla base fino alla sommità dell'opera muraria.
La crepa è molto profonda e ha fatto "la pancia" al muro, che adesso si incurva vistosamente verso l'interno del complesso.
raggiungiamo la sommità delle mura e poco più in là dell'immensa crepa se ne apre un'altra, questa sul piano del camminamento,
la vegetazione che si vede spuntare tra i mattoni spaccati dimostra che il dissesto si è verificato da tempo. Ma la crepa sta là, insidiosa, ad attendere forse che qualcuno ci inciampi.
La giornata volge al termine, così come la nostra visita. Ci lasciamo alle spalle i cancelli del complesso, manca solo una cosa: fissare l'appuntamento con la nostra comitiva per la prossima gita!