Ci hanno lasciato tredici studentesse Erasmus. Tre frequentavano l'Università di Firenze, dove viveva Valentina; Lucrezia viveva a Greve in Chianti; Elena a Gavorrano. "La morte è sempre inspiegabile; la morte giovane è inaccettabile", scrive oggi nel Corriere, Beppe Severgnini. Ricordo quando, alla fine degli anni Ottanta, incontrai il primo studente Erasmus. Insegnavo alla Federico II, e Lui tedesco studente della Università di Heidelberg, era venuto a Napoli perchè voleva fare la sua tesi sul Vesuvio e conoscere l'Italia. Da allora tanti sono state le ragazze ed i ragazzi dell'Europa che hanno girato le Università europee. Attorno a tre milioni dicono i dati ufficiali. Vedendo, ascoltando e leggendo sul destino di Tarragona, non posso non pensare all'Europa dei muri, del filo spinato, degli egoismi, dei ritardi inaccettabili, delle vuote iniziative. Non posso non pensare a quell'Europa "mescolata, solidale, orgogliosa e generosa", che è l'Europa vissuta e voluta dalle ragazze e dai ragazzi Erasmus.
Beppe Tanelli