La lenza imbrogliata della interrogazione a bischero sciolto dei nove pentapollostellati senatori, ispirati da un oscuro "giornalista", comincia piano piano a “strigarsi”, ed arriva qualche indiscrezione che aiuta a comprendere meglio l'incredibile vicenda, ad iniziare dall’esilarante proposta di un arbitrato sulla umile calanchiola marcianese, addirittura esercitato da un pool di esperti internazionali, ridicola non solo per la sproporzione tra il misero oggetto da “arbitrare” e l’organismo giudicante, ma anche perché - a fronte del fatto che i maggiori etruscologi sono italiani – parrebbe assai improbabile il fattivo supporto di qualche esperto dei giacimenti archeologici di Tuscia proveniente dallo Zimbawe o dal Suriname.
Ma perché allora veniva chiesta una commissione "internazionale"?
La spiegazione è semplice: si sa che il Soprintendente ha ricevuto una relazione firmata da un etruscologo molto autorevole: non un etruscologo del "fai da te", ma un etruscologo "vero".
Nella relazione sono elencati dettagliatamente numerosi argomenti che inducono a escludere che la grotta sia una tomba etrusca.
Game Over.
Con la richiesta di una commissione "internazionale" si è cercato insomma di mettere le mani avanti, per attutire l'effetto della ormai imminente pubblicazione di questo documento, che smentisce clamorosamente tutta l'incredibile balla del "pippogeo" che viene alimentata da un paio d'anni.
Ma se la Soprintendenza archeologica della Toscana, il Ministero dei Beni culturali e i Professori universitari di Etruscologia non sono ritenuti capaci di riconoscere se una grotta è una tomba etrusca, allora tanto vale che si aboliscano le Soprintendenze, le cattedre universitarie di Archeologia e lo stesso Ministero dei Beni culturali.
Ma sì, a Marciana Macondo Marina tutto è pensabile come possibile…