Domani ricorre la Festa della Repubblica, giornata in cui ci ricordiamo con orgoglio chi siamo, da dove veniamo, quali eroi, quali fatiche, quali sofferenze ed imprese straordinarie ci siano volute per farci essere quello che siamo, un paese difficile, un po' facilone, generoso sempre ed ancora oggi in grado di offrire esempi straordinari.
Un paese un po' in affanno nel quale tanti cittadini soffrono anche nella dignità personale e in cui il senso dello Stato, del naturale rispetto delle regole, di una "legalità diffusa" non è ancora del tutto acquisito.
Ma il 2 giugno è la giornata in cui si celebra ed si esalta la Democrazia e la Costituzione come i pilastri principali su cui si basa il nostro Stato, cercando di trasmettere un senso positivo e forte della nostra libertà, così duramente conquistata perché tutti se ne possa godere ogni giorno e se ne mantenga memoria forte.
Celebrare in questo caso significa prima di tutto ricordare e fare memoria indimenticabile degli avvenimenti dolorosi ma anche straordinari che portarono alla nascita della nostra Repubblica, e di tutte quelle persone, di ogni età , di ogni ceto sociale e politico, di ogni ideologia e cultura che si misero davvero in gioco, sacrificando anche la loro vita, per dare al nostro Paese un futuro di libertà , di pace, di giustizia.
Nel 2000 , il primo anno che ho avuto il privilegio di fare il Sindaco del mio paese, proprio per questo, ho cercato di organizzare una festa e non una cerimonia .
Non c'erano tante risorse, come sempre nei piccoli comuni, ma la fantasia e le buone idee non costano spesso se non buona volontà.
Avevo avuto la fortuna di conoscere alcuni anni prima Teresa Mattei, giovanissima partigiana fiorentina, violentata per questo dai tedeschi e poi la più giovane tra le 21 donne elette all'Assemblea Costituente.
Era allora una vivace ottantenne, animatrice di una radio per bambini e Presidente della lega per i diritti alla comunicazione dei bambini.
Si dichiarò subito disponibile a venire a parlare di Costituzione ai ragazzi delle scuole e premiare i migliori piccoli lettori della biblioteca.
Naturalmente, ancora per non spendere, la andai a prendere, vicino a Pontedera dove abitava, e partimmo la mattina presto alla volta dell'Elba.
Teresa fu straordinaria.
Con un linguaggio semplice, forte e diretto, raccontò ai bambini la sua storia, la storia della Resistenza a Firenze, la storia degli inizi della Repubblica e la ascoltammo tutti in silenzio, attenti alle sue parole, grandi e piccini.
Con una fermezza ed un orgoglio che sinceramente ammiro ancora dopo 16 anni ci spiegò il secondo comma del primo articolo.
"la sovranità appartiene al popolo, che la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione"
le sue parole furono più o meno queste:
"Cari bambini e bambine, prima in Italia, ai tempi dei vostri nonni, c'era un re, molto occupato nei fatti suoi, che aveva lasciato che nel nostro paese si imponesse un regime che aveva tolto libertà, serenità e che ci aveva portato ad una guerra terribile . Ma noi, ad un certo momento, siamo riusciti a ribellarci e, prima con la Resistenza e poi con la nascita della Repubblica abbiamo riavuto la nostra libertà e la abbiamo garantita anche a tutti voi.
La sovranità appartiene al popolo significa che ognuno di noi, ognuno di voi è un re e come un re può decidere, occuparsi degli altri, proteggere la Costituzione e la nostra libertà . Siamo tutti re e nessuno è servo di un altro".
Ecco declinato il valore fondamentale dell'uguaglianza con poche semplici frasi.
Del resto la Costituzione è scritta con un linguaggio chiaro, con grande efficacia di sintesi e di comprensibilità ed ancora oggi stupisce anche per questo.
Proprio perché era nata dal popolo doveva essere capita senza sforzo da tutti gli italiani, come spiegò ancora Teresa ricordando le forti parole di Calamandrei, in uno storico discorso sulla necessità della chiarezza della Costituzione .
Oggi Teresa non c'è più.
Se ne è andata nel 2013 dopo una vita lunga, avventurosa, molto sofferta, con soddisfazioni e gravi tragedie familiari, che è riuscita a superare sempre a schiena dritta e dedicandosi agli altri.
Una vita intera in difesa della libertà, dei diritti civili, soprattutto delle donne e dei bambini.
Tornando indietro la sera, dopo un pranzo alla mensa scolastica con i bambini della scuola elementare, dopo Pisa la mia macchinetta decise di dare forfait.
In qualche modo raggiungemmo un distributore e lì suo figlio ci venne a prendere.
Arrivai a casa tardi, stanca ma leggera con in testa tutte le cose che ci eravamo dette in quel bella lunga giornata.
Grazie Teresa, partigiana Chicchi.