Se qualcuno dei numerosi curiosi che ci hanno chiesto di svelare il nome del leinonsachisonista dei traghetti, si illude che lo riveleremo su queste pagine, si sbaglia, anzi ci fa quasi indignare, poiché insistendo è come se mettesse in dubbio la nostra serietà professionale, qui saremo muti come tombe. Fuori di qui, magari davanti ad un caffè o un topino, quel patronimico potrebbe anche, casualmente scapparci, ma scriverlo mai. Eccheccazzo!
Torniamo sull’edificante episodio per un fatto curioso: Fabrizio Prianti e Giovanni Mortula ci hanno segnalato due distinti e comprovati eventi di qualche anno fa, nei quali si registrarono da parte degli ilvati leinonsachisonistanizzati reazioni singolarmente simili.
La prima storia narrava che in banca l’indimenticabile cassiere ferajese Italo Mibelli di fronte “al lei non sa chi sono io” di un torzolo invitato a mettersi in coda con gli altri, reagì con un urlo: FERMI TUTTI, ORA IL SIGNORE CI DICE CHI E’ LUI!” che gelò la banca.
La più ruspante e sanguigna signora “Francona”, che gestiva l’unico posto telefonico pubblico aperto la sera a Marina di Campo, di fronte al leinonsachisonista intenzionato cogliere il privilegio di telefonare prima degli altri, ergendosi dietro la cassa ordinò: “TUTTI ZITTI, CHE ORA QUESTO STRONZO CI DICE CHI E’!
Due brevi chiose:
- In primo luogo è evidente che l’autore della un poco scatologica vignetta a lato sia stato ispirato più da Francona che dal bancario
- Poi ci viene da riflettere sulla identità culturale di un popolo come quello elbano, che magari si differenzia su alcuni fronti, paese per paese, ma quando si tratta di cose serie, come “murare” con una battuta un tronfio imbecille, è in perfetta sintonia, è un solo (grande) popolo.
Un’altra ragione per chiudere questi otto pollai.
Vignetta di Tiro Fisso 11