Nei giorni di vigilia l'eroico Reporter d'Assalto non demorde, resta sempre sul pezzo nello stanzino sotto i portici, e riceve una visita inattesa.
Gli si presenta un ometto vestito approssimativamente da Babbo Natale, bello carico (sì, ma non di regali) che, una volta varcato l’uscio, estrae con nonchalance il portafoglio ed apre bocca per dire così:
“Macchina e un passeggero residente. Andata e ritorno”.
Rep (allibito): “La biglietteria non è mica più qui….”.
Om: “Ah già, che ghiozzo! Scusa eh, ero sovrappensiero”. (Bugia: era, appunto, bello carico).
Rep: “Niente, si figuri. Posso esserle utile ugualmente?”
Om: “Sì grazie….. un prosecchino, residente”.
Rep: “Guardi che questo posto non è neanche un bar, è la redazione di un giornale”.
Om: “Az”.
Rep: “Perché, non si vede?”
Om (ammicca tre e regio insieme): “mmmmmm”.
Rep: “E poi cosa sarebbe un prosecchino residente?”
Om: “Sarebbe che i baristi, se gli dici così, hanno un occhio di riguardo e il bicchiere te lo riempiano finché ‘un trabocca”.
Rep: “Interessante”.
Om: “E ‘un serve nemmeno mostrà ‘r documento, basta che ti riconoscano, ti faccio vedé…..”.
Rep: “Senta, io non ho tempo da perdere: la biglietteria è laggiù e di bar qui vicino c’è l’imbarazzo di scelta”.
Om: “Ci vado ci vado, ‘un avé paura” e nel fare dietrofront canticchia (rivisitandola alla volée) una canzone natalizia: “Astro del ciel/ fiasco di vin/ mi ti bevo con amor….”
Al che il reporter, intuendo che l’ometto si infilerà a fittone in un bar, scordandosi poi (sovrappensiero….) di andare a rimpinguare la cassa maestra, ha un lampo di genio.
Rep: “Venga Babbo Natale, venga qui con me che si fa la prenotazione su internet”.
Om: “Del prosecchino? Ganzo dé”.
Rep: “Suvvia …..”
Il reporter si mette all’opera sul sito baleniero, l’ometto gli va accanto ma, sbirciando a video, apprende una terrificante notizia e, complici i fumi dell’alcool, va per la tangente.
Om: “Eh no eh! Partimo subito male!”
Rep: “Perché?”
Om: “L’orario della traversata”.
Rep: “Cosa c’è che non va?”
Om: “Un’ora spaccata. Oggiù! Vedi di faglielo modificà”.
Rep: “Vedrò cosa posso fare.”
Om: “Bravo! Fagnici stioccà quello che è, che poi dé, pe sbarcà co la macchina ci vole un sacco un mucchio e mezzo e un altro po’, specie se t’ingavonano Dia’ane ner soppalco”.
Rep (non ci ha capito un cazzo, non sa che dire): ”Ehm, ehm….”
Om: “Ma se anco ti va di lusso e ‘un ti tocca ‘n piccionaia, devi fa le contorsioni lo stesso”.
Rep: “In che senso?”
Om (ondeggia): “Che ti devi sciancà pe entrà in macchina, che le assistemano tutte a 23 - buodiulo - centimetri di distanza una dall’altra”.
Rep: “Eh! Si vede che ce ne stanno di più”.
Om: “Sì, come l’acciughe ne’ vasetti. Posteggi così anco se la nave è mezza vota. Lasciamo perde”.
Rep: “Ma come siamo pessimisti”.
Om: “Hai ragione, è Natale, guardamo il lato positivo: se non altro, in garage nell’attesa, ti prendi una bella boccata d’aria fresca….” e poi, per enfatizzare questa fragranza al gelsomino, si mette a braccia larghe come il Cristo Redentore e respira forte a bocca aperta: “HHHHHHA!!! HHHHHHA!!!”
Rep: “Uh che bello!”
Om: “Allora ghiozzo sei ma te!”
Il reporter non dice nulla, boccheggia. Anche perché, detto tra noi, chiunque avrebbe accusato quella duplice fiatata etilica da mangiafuoco.
Om: “Ciai la gola secca, eh? Andamo a bé, vai….. sai ‘osa c’è? Mi sa che parto un’altra volta! 42 euri - ‘na ‘accola - li investo uguale. Pe du’ ore sì, di topini però……ahahah!!!”
L’ometto, galvanizzato a manetta per l’improvviso cambio di destinazione valuta - sperpererà in bevute la banconota giallognola originariamente destinata a love boat - esce da lì e a balzelli si avvia al bar, comandando l’ordinazione ad alta voce: “Prosecchino resideeenteee!!!”
Secondasecca
つづく