Ciao Direttore,
mi volevo complimentare con l'autore dell'articolo sulle elezioni campesi, tal Caracuto.
Analisi lucida ed assolutamente condivisibile, soprattutto nel passaggio in cui sottolinea la fondamentale importanza di misurarsi sulle idee e sui programmi, anche in base alla propria idea (o ideologia).
Sono anni che vado dicendo che se non sono le idee a tenere unito un gruppo, sono giocoforza gli affari e i casi propri (o, ancora meglio, i cazzi propri). E Campo in questi anni è stata caratterizzata proprio dalla comunità di intenti dei soliti..affaristi, per i quali l'aspetto più trascurabile erano proprio le idee (nella rara ipotesi che ce l'avessero), che fossero di destra o di sinistra.
Credo nella sinistra e nella destra, un po' meno nel centro destra e nel centro sinistra. Ma non credo certo nella destra-sinistra (quella tipo alfano renziana, per intenderci) perché vuol dire semplicemente volere farsi i cazzi propri fottendosene delle idee, della propria storia, financo del proprio pantheon di quei poveri cristi che, magari, per difendere quelle idee, ci hanno anche lasciato la buccia. Quando Gianfranco Fini (politico che tra l'altro ho sempre stimato) affermò, anni fa, che tra i riferimenti della neonata AN c'era il sardo Gramsci, ho capito perfettamente che stavamo andando nella merda.
Forse l'unico esempio virtuoso passato di commistione tra opposti era quello rautiano che ipotizzava, negli anni settanta, una sorta di nazi-maoismo contro il sistema. Ma quello credo fosse troppo anche per noi.
Questo giro sarò in prima linea nelle elezioni come è giusto che il mio piccolo ruolo di coordinatore di un partito. Indubbiamente, dopo la prima fase di costruzione di un gruppo, che necessiterebbe più di uno psichiatra che di un reumatologo come me, spero si possa passare a parlare di programmi, come auspica il tal Caracuto, anche in questo caso in un pensiero assolutamente condivisibile.
Ti saluto caramente e rimango a tua disposizione per qualsiasi chiarimento, (anche in camera "più o meno" caritatis), allo stesso modo in cui sei sempre stato disponibile nei miei confronti in questi lunghi anni di divertente quanto inutile dialettica politica.
A presto,
Gianluigi
Caro Gianluigi
Non ho capito se la missiva me l'avevi mandata perché la pubblicassi o se era un messaggio personale, ad ogni modo, visto che sono le 3.13 della notte e non posso certo svegliarti per conferma, rischiando il più canonico dei vaffaculo, considerato che mi piace, la pubblico e la chioso pure.
La pubblico anche perché come diceva un mio amico "!ozzac li ottor onos im" (sono profondamente scocciato) della non-politica, della sedicente anti-politica e perchè anche io apprezzai la disamina dell'acuto caracuto.
Mi sono stufato di sentir ripetere all'infinito l'idiozia della fine dell'ideologia, dire fine dell'ideologia equivale a ipotizzare anche la fine di un (proprio) pensiero, condizione in cui stanno: chi è in vegetativo coma, lo yogi in meditazione trascendentale, l'ameba e il paramecio (te che sei omo di scienza spiega all'assessore).
Mi so stufato degli "oltre" dei nuovi luoghi comuni che hanno prodotto una caricatura da pappagalli (forse anche da ospedale) della politica esercitata alla "Testimone di Geova", del fideismo acritico, del "è così perché l'ha detto lui, caro lei"
Mi so stufato altresì della "Lode dell'ignoranza" dei sorrisetti di sufficienza di quello che ti guarda orgoglione del suo non sapere perché lui è stato a grattassi la fava "e a parlare di calcio nei bar" così come ora si sfonda di chat e social, mentre te leggevi Céline e Ginsberg e provavi perfino a capirli.
Stasera ho visto e sentito in TV un grandissimo uomo (di sinistra sorry) italiano, sconosciuto ai più: Salvatore Settis archeologo e storico dell'arte che ha detto che per lui la priorità è una legge che regoli i partiti e la loro vita, perché tornino ad esistere, ad essere quello che devono essere: strumenti di confronto, palestre della democrazia, luogo di crescita della "buona" politica, perché assolvano al ruolo che a loro affida la Costituzione,
Musica per le mie orecchie, più o meno come quella suonata da Caracuto
Augurandoti (poiché sei di destra) di perdere, se non sempre, spesso
un abbraccio
sergio
p.s.
bada che pure Caracuto è di sinistra, fossì in te comincerei a preoccuparmi ...
(nella foto: Paramecio)