In questi giorni anche io, come molti elbani, ho visto le locandine del Circo Orfei che arriverà a Portoferraio nei prossimi giorni e come molti mi sono chiesto.. perchè?
In passato era già stato scritto e detto molto in merito e dispiace doverci tornare sopra ma forse parlarne e provare a capire è l'unico modo che ci resta.
Ho provato in più occasioni a mettermi, anche solo idealmente, con coloro che lavorano nel Circo, persone spinte da passione e sacrificio, che dedicano la loro vita ad un'arte che forse ha bisogno di cambiare direzione. Intere famiglie che tramandano a figli e nipoti le abilità dell'equilibrio, della giocoleria, dei trapezi, rischiando la vita in nome dello spettacolo e in cerca dell'applauso del pubblico di grandi e piccini, da sempre
affascinato da un mondo magico.
A loro va il mio rispetto e mi scusino coloro che accusano circo e circensi indistintamente. Il mio lavoro quotidiano, per altrettanta passione e sacrificio, mi porta a cercare un benessere animale che riguarda la salute fisica e psicologica di tutte le bestie che ci circondano e obbiettivamente nei circhi di oggi, tutto questo risulta difficile ottenerlo: gli spazi sono limitati, per ovvie ragioni, l'ambiente o habitat in cui questi animali dovrebbero vivere, è per forza di cose artificiale e ricrearlo sarebbe impossibile, anche se sono convinto che chi lavora nel Circo viva a stretto contatto con gli animali, li rispetti e cerchi, per quanto possibile, di dare loro una buona vita.
Credo che il problema sia un altro: i tempi sono cambiati, i circhi con animali sono ormai superati, la televisione e i mezzi tecnologici di cui disponiamo ci permettono di vedere questi animali nel loro mondo naturale, non chiusi in gabbie o in situazioni stressanti e lontane anni luce dal loro modo di vivere in natura; i bambini e le loro famiglie potrebbero visitare con molta più soddisfazione i numerosi Parchi Naturali sparsi nel nostro Bel Paese, dove orsi, daini, stambecchi, lupi e molto altro, girano indisturbati nei boschi e dove è l'uomo a dover rispettare tempi e silenzi e non il contrario, dove non ci sono fruste, luci, suoni e applausi, e nemmeno leoni, ippopotami, tigri e elefanti che sono lontani da noi e lì dovrebbero restare.
La proposta culturale deve fare la differenza e un'isola come la nostra, dove approdano ogni anno migliaia di persone e di turisti da ogni parte del mondo, dovrebbe offrire o quantomeno provarci, qualcosa di più
utile, di più bello e di più istruttivo, senza dimenticare tutti i problemi quotidiani che riguardano gli animali.
O forse il poeta satirico Giovenale aveva ragione nel parlare di "panem e circenses"? Mi auguro si sbagliasse nel nostro caso e la mia speranza è che davvero possiamo aspirare a qualcosa di meglio.
Michele Barsotti - Medico Veterinario