Attendevamo, passeggiando in Calata, proprio sul bordo della banchina, che arrivasse l'ora fissata per una riunione, nel primo pomeriggio di una di quelle fantastiche giornate invernali piene di sole che Portoferraio, quando gli gira bene, riesce ad organizzare.
Oriano guardava quasi incantato la eccezionale trasparenza delle acque della Darsena semideserta, con rari natanti ormeggiati, ma seguiva il mio ragionare indignato su non mi ricordo più cosa (quindi non doveva essere faccenda in fondo molto importante) una specie di filippica che terminava con l'elegante e per me retorica domanda: "Ma possibile che ci siano in giro tanti stronzi?"
Oriano - che ho sempre annoverato tra gli esseri umani che mi hanno insegnato più cose - si fermò un attimo a riflettere e poi corresse il mio tiro: "Non a giro, a galla, e per questo sembrano più numerosi di quello che in realtà siano ..."
E Oriano completò la sua metafora salmastra: "Le persone serie sono come i sassi, stanno sul fondo per vederle devi guardarci bene, invece ti salta subito agli occhi quello che galleggia: oliaccio, plastica, sugheri... stronzi ".
Cambiamo discorso, epoca e stagione: l'altro giorno, dopo alcuni mesi, ho fatto un lungo giro in auto e sono capitato in un paese che per anni ho frequentato, e dove ho ancora un sacco di amici.
Vedere esplodere l'immagine di quel paese, passata la fatidica punta panoramica, in tutta la sua contenuta grazia, è stato emozionante; ma non mi sono volutamente fermato, pensando di ritornarci con calma e serenità, con più tempo per restare, e riprendendo invece subito a salire, continuando nella rapida incursione verso le vicine coti, arroventate dal sole di Luglio, dove sono piantate le mie radici.
Mi sono contentato di ripensare ad Oriano, e di cullarmi nella certezza, che, se invece, fossi sceso verso il limite delle acque del porto, ci avrei sicuramente visto galleggiare... meno sugheri e altro.