«Caro Sciambere, ti immagini cosa sarebbe successo se il Testo unico degli enti locali non dividesse i compiti di programmazione da quelli di gestione? Insomma, se l’ordinanza “Catene a Bordo Anche col Sole”, anziché la firma dell’anonimo funzionario Della Santina, riportasse quella di Kutufà, meglio ancora se di Catalina, o addirittura di Peria? Invece, dopo la pisciata fuori dal vaso di Rifondazione, tutto tace, zitti e mosca! Tanto lo scoop politico è fallito, e poi gli “opinionisti” della stampa on-line, ma anche quelli ancora più improvvisati di facebook, le catene le hanno già comprate da qualche anno per andare a Courmayeur, oppure non gli servono perché loro non si allontanano mai da Forte Falcone o da Forte Inglese!».
Artemisio (T)
Gentile Artemisio
Non giudico l'atteggiamento di altri operatori dell'informazione cronisti o opinionisti (pure se il termine applicato alla nostra insulare realtà mi pare un po' esagerato) né sto a sindacarne le scelte. Come si dice a Genova (i liguri mi perdoneranno le inesattezze di trascrizione "zeneize") "c'è a chi gli piace la pasta e fagioli - c'è a chi gli piace "'o belin int al cul""; espressione colorita che è una via di mezzo tra il nostro "tutti i gusti so' gusti, disse quello che ciucciava un chiodo", ed il più asettico italiano: "Il mondo è bello perché è vario".
Piuttosto colgo l'occasione, ancora citando un adagio di scoglio, per ragionare su alcuni effetti collaterali perversi di quel TUEL a cui ti riferivi, che regola, appunto, la vita degli Enti locali, senza necessariamente riferirsi al caso di specie.
Certe volte, vedendo come funzionano certe amministrazioni, mi viene da ripetermi: "steveno bene come steveno.. pendiconi come d'ereno!" cioè dirmi che il mutamento non sempre ci rende migliore la vita.
Mi spiego: ante-Tuel le ordinanze portavano sempre la firma degli amministratori che ne erano diretti responsabili. Orbene, è vero che capitava (come ancor oggi, anzi, come vieppiù oggi capita) che i cittadini eleggessero qualcuno che poi nell'esercizio delle sue funzioni si rivelava come una incommensurabile "fava tonchiata", ma è pur vero che a fine mandato il popolo poteva sempre dirgli col voto: "famo che a questo viaggio te ne stai a casina" non rinnovandogli la fiducia.
Non altrettanto si può fare oggi quando ad assumere decisioni peregrine sono dei funzionari magari a vita lavorativa. Se, per pura ipotesi, ti capita in quella veste uno "sciocco di tutto" (come direste voi ilvati che alla mattina vi tocca di guarda' Piombino e spesso, ultimamente, neanche poterci arrivare causa quattro scorreggine di vento) tocca puppasselo finché pensione non ci separi.
(nella foto: fave granite ma tonchioesenti)