Tra qualche settimana festeggerò (si fa per dire) i miei primi 45 anni da giornalista.
Lascerò ad altri il giudizio sulla qualità e sull’utilità di questo servizio reso ai miei concittadini, ma, come mi accade sempre in occasioni simili, mi capiterà di compiere mentalmente un “bilancio emozionale”.
Dalla marmellata infinita di tempo speso a scrivere pagine con ogni tipo di umore e di spirito, emergeranno (in limitato numero) i ricordi più “forti”, i momenti più intensi, quelli che mi hanno fatto tremare le dita da poggiare sulla tastiera, perché, indipendente dallo stato d’animo, DOVEVO raccontare, perché era un impegno che mi ero preso con gli altri e con me stesso.
Tra questi brani “clou” di memoria, rientrerà certo il pomeriggio di domenica 31 Agosto 2003, quello dell’incendio alla Galea (a cui si riferiscono le immagini che pubblichiamo), ore punteggiate da una serie che oggi mi pare infinita di comunicazioni telefoniche con Gian Mario, perché l’incendio era grave e soprattutto perché si cercava una persona, una signora la cui abitazione era stata lambita dalle fiamme, che mancava all’appello.
In quel momento stavo raccogliendo notizie ansanti dal cellulare di Gian Mario, che mi descriveva la situazione intorno a lui “… ora so’ nel bruciato, vicino alla casa…”, poi di colpo rimase solo il rumore di fondo di concitate grida lontane, e le sirene che continuavano a fischiare, e dopo alcuni interminabili secondi parole agghiaccianti, rotte da un singhiozzare disperato “… l’ho trovata… è qui … morta”, e poi un click definitivo come mai prima.
Il cuore grande di Gian Mario - testimoniato da quel “commuoversi lavorando” - è giusto ricordarlo, specie oggi che ci annuncia, con una punta di amarezza, di essere stato avviato alla rottamazione dal ruolo di Coordinatore della Protezione Civile dell'Elba Occidentale, un compito svolto (da volontario) con profonda responsabilità, dedizione ed eccellenti risultati operativi in tutti questi anni.
E’ stato chiesto a Gian Mario di rimettersi in discussione, di concorrere come un pivello, ad una elezione per la carica che ha sempre ricoperto “con onore”, un’elezione che maschera una volontà di giubilazione, con la esaltante prospettiva offerta di fare da “balia asciutta” a chi lo sostituirà.
Ha rifiutato (dignitosamente e giustamente) e dal 1° Marzo non rivestirà alcun ruolo nella Protezione Civile, e l’Isola della solidarietà operante – per giochini di potere dozzinali – sarà un po’ più povera.
sergio rossi