Esordirono con le allegre note della Rificolona, stanno avviandosi ad un mesto tramonto amministrativo in cui il sottofondo musicale più appropriato potrebbe essere quello dolente della Messa da Requiem.
La quinta e ultima estate della compagine di Ferrari, Marini e soci minori si sta spengendo nel segno dei piccoli e grandi fiaschi.
Neppure il nuovo rito del guazzaculo massivo notturno alle Ghiaie andò a buon fine, stroncato dal meteo cinico e baro e/o forse annegato nel crescente disinteresse (nonostante lo strombazzamento promozionale) verso una “manifestazione” di una totale fessacchiotta inutilità, che “alla terza” aveva rotto.
Termina l’estate col Sindaco di Portoferraio impallinato e fatto fuori dai suoi omologhi dalla Presidenza della conferenza sulla sanità.
Termina con le dimissioni della “mite” Adonella Anselmi (“congelate” però, come se parlassimo di totani e non di atti amministrativi) ultime di una lunga serie di disimpegni.
Termina con la sconfitta giudiziaria di questi geni, nella querelle con il Ragioniere Capo, cacciato e reintegrato per sentenza: una temeraria mossa di lorsignori costata A NOI TUTTI centinaia di migliaia di Euro.
Termina con la vergogna della svendita del Piano terra del Palazzo delle Poste, in curiosa attesa di conoscere gli “utilizzatori finali” della regalia, contestata dal loro stesso consiglio, ma legalizzata.
Termina (con tutto il garantismo che ci permea) con l’eco sinistra del click-clack delle manette scattate ai polsi di un ”nume tutelare” dei nostri eroi, grande ispiratore - tra l'altro - di contestati “parcheggi balneari”, e prima, dall'eco dei catenacci delle patrie galere in cui è finito un tanghero che i maggiorenti ferajesi ci avevano importato dalla Liguria (per poi giubilarlo dopo qualche mese), come “assessore aggiunto” garante della legalità (proprio lui, roba da chiodi!) e di rapporti con enti di cui sapeva niente.
Termina con le non mantenute promesse cazzare (resusciteremo i Giardinetti in Piazza della Repubblica, creeremo l’accesso alla Cala dei Frati, faremo il giardino “pallesco” alla Gattaia che diventerà più bella e splendente che pria … e una ventina di altri etc.).
Termina con la memoria dei “dispetti intitolatorii” con la piazza scippata a Pietro Gori, con le celebrazioni della Festa della Liberazione saltate o interpretate in puro stile negazionista, tra una bizzarria e l'altra, tra un consiglio comunale a Montecristo, una cafonata di Sgarbi benedetta dal Sindaco e la ruota rotaryana imposta – come marchio di proprietà - alla porta viaria dell’Elba.
Termina con un albo di foto di diecimila altre “intitolazioni” “inaugurazioni” (fossero anche pollai) e saluti ufficiali ed esibizioni di fascia tricolore ad ogni piè sospinto, con una comica gara presenzialista tra Sindaco e Vice a “marcarsi” per apparire il più possibile entrambi.
Termina con una città più occupata, degradata, disorganizzata, ignorata dalla parte maggiore dei flussi turistici di quanto fosse - e non c'era da stare allegri neanche in precedenza - prima del loro avvento.
Termina - e non poteva mancare – con la comica finale, rappresentata proprio dal lacrimevole comunicato “dell’annullamento definitivo” del primatistico semicupio marittimo, comprensivo del ringraziamento “ai nostri amici sbonzors” ma mancante di coro greco (ahi disgrazia, sciagura, lutto!), che rassicurava però gli orfani dell’epica impresa per il futuro: nel 2019 faremo …
Nel 2019?
Non so ancora chi si candiderà alle prossime elezioni, e quindi personalmente non so ancora per chi (e se) andrò a votare, so anche che fare previsioni elettorali è imprudente, ma credo che la cittadinanza ferajese, come l’asino, raramente caschi due volte nella solita buca.
R.I.P. (Requiescant In Pacem)