Mi corre l'obbligo di ammannirvi una minima storia antica, risalente ad un tempo in cui c'erano i tanto vituperati partiti, posti che si frequentavano per imparare a far politica, dove ci si confrontava e si apprendeva l'arte dell'ascolto dell'altro, si imparava a mediare tra diversi punti di vista, e a studiare un po' di leggi, di storia, di urbanistica, di economia prima di aprire bocca e dire pubbliche minchiate.
All'epoca (magari per eccesso di pudore) nessuno si autocandidava a carica interna o pubblica alcuna, lo si sarebbe considerato disdicevole, e infatti era sempre qualcun'altro a proporti, e le decisioni erano assunte dopo discussioni e voti degli organismi competenti, rispettando regolamenti ferrei, con il desueto e noioso esercizio della democrazia.
Un giorno però in uno di questi partiti, per una particolare vicissitudine (allora le maggioranze si facevano e sfacevano in consiglio) si pose la necessità di nominare con urgenza due nuovi assessori, ed erano solo tre i consiglieri (allora non si poteva nominare assessori "esterni") sui quali potevano cadere le scelte.
Col tempo che stringeva, la dirigenza compì una scelta anomala, non scelse direttamente e chiese ai tre di essere loro a formulare l'indicazione dopo essersi confrontati da soli.
Ma curiosamente A sosteneva convintamente e sinceramente che dovessero eletti B e C, B caldeggiava la scelta di A e C, e C perorava l'indicazione di A e B. Non vi dirò ovviamente chi erano i "contendenti" e nemmeno chi alla fine "vinse" mandando gli altri due in giunta.
Per lunghissimi anni quell'episodio mi è tornato in mente tutte le volte che mi è capitato di vivere periodi in cui il pudore, lo stile, il personale disinteresse, la sincerità, la modestia, la tolleranza sono andati elegantemente a farsi fottere, anni in cui la selezione della classe dirigente si è basata su sempre più fatue "qualità", quando ho visto gente scannarsi per una poltrona (a anche per un cadreghino o uno sgabello) quando ho visto partiti degradarsi da scuole di politica a comitati elettorali del boss di turno, per poi consumarsi e sparire.
Per un lungo tempo le corsie di avvicinamento al potere (anche locale) erano intasate di un crescente numero di umani sostanzialmente collocabili in due categorie: i furbi interessati e gli ambiziosi sciocchi (e i secondi erano più nocivi dei primi).
Certo capitava poi che spessissimo le diverse bande del corpo sciolto, messe insieme per rastrellare voti, andassero a "smusarsi" con la dura realtà dell'amministrazione quotidiana, dimostrando (talvolta nonostante le buone intenzioni) tutta la loro inadeguatezza; è accaduto e continua ad accadere, perchè l'appeal della poltrona resta, confermando la validità di un'osservazione ruvida di un antico ferajese: "Ci so' sempre più culi che sedie".
Curioso quindi quel che è accaduto e sta accadendo a Portoferraio, dove il sindaco, novello Indiana Jones istituzionale, è alla disperata ricerca dell'assessore, anzi, dell'assessora perduta.
Ferrari era partito in tromba con una robusta componente femminile della sua squadra consiliare, che gli consentiva di non doversi sbattere più di tanto per rispettare le "quote" di equilibrio per sesso nella composizione della sua giunta, ma lungo il tormentato viaggio ha "perso i pezzi". Quasi subito con la vicenda della Presidenza del Consiglio si era "ciccato" Luisa (che poi è addirittura uscita da gruppo e maggioranza) e quando Adonella si è dimessa dall'esecutivo e Patrizia ha dichiarato la sua indisponibilità a farne parte, si è trovato con le classiche mani a protezione delle opposte parti dell'inguine.
Il nostro ha pensato allora di proporre l'alta carica a persona esterna al consiglio, individuando tre elementi adatti: la prima gli ha detto no, la seconda ha rifiutato, la terza invece pure. Cosa ti hanno escogitato allora i reggenti dei nostri destini comunali? Un bel bando pubblico! E mettendo le mani avanti per giustificare la scelta della bizzarra procedura, hanno citato pure i precedenti: si era già fatto in tentacolari metropoli come Casina, Tresigallo e probabilmente Piovarolo di sotto.
Speriamo comunque che la pubblica selezione vada a buon fine, e che qualche donna di buona volontà accetti l'offerta di inghengarsi in questa sempre più sganasciata e meno sostenuta giunta, non vorrei che in caso di "gara deserta" si designasse la candidata per pubblico sorteggio o dichiarando assessora la vincitrice di una tombolata in piazza.
Vabbé, anche se i napoletani dicono "il peggio non è mai morto", c'è da sopportarli solo qualche mese.