In un comizio a San Giuliano Terme, in provincia di Pisa, il ministro Salvini ha annunciato che nella scuola sarà ripristinato il grembiule, perché un paese migliore si costruisce anche “con ordine e disciplina”. E ha spiegato che «è soprattutto sui bambini che dobbiamo investire in educazione per non avere ragazzi che a vent’anni sono solo dei casinisti».
Chissà se progetta anche di organizzare esercitazioni con fucilini di plastica, riesumando il motto “Libro e moschetto”.
Sugli «investimenti in educazione» Maria Montessori non avrebbe potuto dire meglio.
Purtroppo nella scuola esistono anche altri problemini.
Secondo il rapporto Censis. nello scorso anno scolastico più della metà delle scuole italiane non erano a norma, perché prive del certificato di agibilità o del certificato di prevenzione incendi.
Ne sappiamo qualcosa anche a Portoferraio, dove, più di sessanta anni fa, fu evitata per un soffio una strage perché un solaio sprofondò pochi istanti dopo che erano usciti i ragazzi.
Ma non ci sono soltanto carenze di strutture: sul Corriere della sera sono stati pubblicati i dati “Invalsi” sulle competenze degli studenti italiani promossi dalla scuola media. Questo il titolo del quotidiano: “Uno studente su tre esce dalle medie senza sapere leggere, scrivere e far di conto”.
Uno studente su tre: ogni commento è superfluo.
Le differenze fra Nord e Sud sono enormi anche nella scuola. E con la proposta di autonomia differenziata tra le regioni a statuto ordinario ‒ caldeggiata da Salvini ‒ il divario è destinato a crescere.
Ma il ministro Salvini non si preoccupa di queste minuzie. A lui premono i grembiulini, che garantiscono “ordine e disciplina”.
Mi viene in mente una pagina del “Diario” di Galeazzo Ciano (ministro e genero di Mussolini, che il duce fece fucilare a Verona nel 1944).
In data 24 dicembre 1940 ‒ quando la mattanza della seconda guerra mondiale era iniziata da oltre sei mesi ‒ Ciano riassume con queste parole un suo incontro a palazzo Venezia col suocero-duce:
«Nevica: il Duce guarda fuori di finestra ed è contento che nevichi: “Questa neve e questo freddo vanno benissimo” dice “così muoiono le mezze cartucce e si migliora questa mediocre razza italiana. Una delle principali ragioni per cui ho voluto il rimboschimento dell’Appennino è stata per rendere più fredda e nevosa l’Italia”…» (Ciano: Diario 1937-1943, Rizzoli 1980, pag. 491).
Nella sua lungimiranza, Mussolini piantava alberi sui monti per far morire le mezze cartucce. Salvini vuole i grembiulini per raddrizzare i “casinisti”.
L’Italia non è soltanto la patria di Leonardo.
Perché in questo sfortunato Paese non ci capita mai una destra “normale”?
Gianpiero Berti