Ho assistito per tutta l'estate al duro confronto mediatico fra i i sostenitori ed i detrattori della nuova banchina per le navi da crociera. Forse è il caso di fornire qualche elemento aggiuntivo al dibattito. Partirei da quella che è la pianificazione vigente di Portoferraio, fatta propria dal consiglio regionale già dal lontano 2009: la Darsena Medicea, come tutto il centro storico, è un'invariante strutturale, un bene immodificabile nei secoli a venire, il resto è soggetto alla pianificazione dell'Autorità Portuale (o di Sistema come si chiama ora), che può intervenire con un nuovo piano regolatore portuale.
L'ultimo intervento consentito come mero adeguamento tecnico funzionale fu la banchina Molo Massimo-Alto Fondale. Da lì in poi il Consiglio Superiore dei Lavori Pubblici chiese di inquadrare le strategie in un prp, che deve essere inevitabilmente molto partecipato visti i valori in ballo. Da li' bisogna partire.
Detto questo, potrebbe servire la nuova banchina? Dipende...dalla pianificazione complessiva dell'area portuale, dalla sostenibilità delle scelte, dalle conseguenze ambientali, sociali ed economiche che ne derivano. Se ci si vuol fare un nuovo molo per i maxi traghetti direi assolutamente che non servirebbe e che, anzi, sarebbe un notevole danno per la città.
Se venisse individuata come banchina per la crocieristica potrebbe essere utile, ad una condizione: che si valorizzasse tutto il sistema culturale delle fortezze e non solo, collegandolo fortemente alla crocieristica. Il che si porta dietro un'altra questione: il tema della gestione delle fortezze, dopo molti anni ormai per larga parte restaurate. Il problema è quello di sempre: dove troviamo i soldi per valorizzarle veramente? Perché di soldi per i sistemi di accessibilità facilitata, per la gestione professionale dei flussi turistici e per la promozione internazionali dei beni culturali ne servono davvero molti.
E allora forse, lo dico un po' con la morte nel cuore, bisognerebbe seriamente pensare ad un project financing, ad una chiamata, cioè, con gara internazionale, di privati di alto livello, in grado di progettare i sistemi di accessibilità, di investirvi sopra molti milioni e di diffondere adeguatamente nel mondo la nostra immagine di città ricca di storia. Questo meccanismo diventa inevitabile tanto più se si vuol realizzare, come meritoriamente vuol fare l'Amministrazione, un museo del mare alle Galeazze. Insomma, siamo partiti da una banchina e siamo arrivati all'idea di città, alle sue declinazioni, alla definizione degli attori in campo.
Perché in un microcosmo complesso come Portoferraio tutto si tiene e nessuna questione può essere risolta se non s'inquadra in un ragionamento globale, tra l'altro indispensabile, perché il mondo intorno a noi cambia vorticosamente e le idee del passato sono già quasi tutte superate dal suo divenire. Non parlare collettivamente e diffusamente del nostro futuro ci costringe nel vicolo cieco delle tifoserie.....un po' come la nota canzone di Elio: banchina si, banchina no....la terra dei cachi....
Roberto Peria